Padova, morto a 17 anni sotto i ferri. Il gip: indagate quei due medici

VILLAFRANCA PADOVANA. Non va in archivio la morte di Daniele Zanon, lo studente 17enne di Taggì di Sopra (frazione di Villafranca), colpito da un’emorragia durante un intervento nella Chirurgia pediatrica dell’Azienda ospedaliera per l’asportazione di due barre ortopediche. Barre inserite nell’addome del ragazzo, affetto da un’anomalia congenita detta del petto incavato.
Lo ha deciso il gip padovano Claudio Marassi, accogliendo in parte l’opposizione della famiglia, difesa dal penalista Ernesto De Toni. Già perché se è stato archiviata l’inchiesta a carico di cinque medici, tra loro il primario Piergiorgio Gamba (come richiesto dal pm Benedetto Roberti), il giudice ha ordinato di indagare sull’operato di altri due medici che non avrebbero fornito corretta lettura degli esami effettuati dal 17enne prima dell’ultima operazione. Esami che avrebbero svelato quanto stava accadendo.
«Sono emerse significative inadeguatezze da parte di altri medici (rispetto a quelli indagati) che hanno seguito il paziente tra un’operazione e l’altra» scrive il giudice nel suo provvedimento, richiamandosi alla relazione sia del consulente della procura, il professor Andrea Verzelletti, sia del consulente della famiglia, Giovanni Ciraso. «Inadeguatezza» che si riferisce «alla refertazione della radiografia toracica eseguita il 29 luglio 2017 dal dottor D. in occasione della quale non era stata rilevata l’evidente dislocazione delle barre e alle visite del dottor F. il 16 agosto e il 20 settembre 2018 allorché veniva forse sottovalutata tale dislocazione».
Ora i due specialisti (radiologo e chirurgo) rischiano di finire sotto inchiesta: il gip Marassi ha deciso «ulteriori indagini a carico dei due medici finora nemmeno indagati ... per chiarire se le eventuali errate diagnosi o refertazioni abbiano comportato decisioni che possano aver aggravato il quadro clinico e comportato il decesso». Prima dell’ultimo intervento, secondo il gip, sarebbe stato pure opportuno eseguire una Tac.
Va definitivamente in archivio l’indagine per quanto riguarda il professor Piergiorgio Gamba, 66 anni, direttore della Chirurgia pediatrica alla guida dell’èquipe operatoria; del dirigente medico, chirurgo pediatra, Guendalina Mognato, 62; del professor Vladimiro Vida, 47 anni, vicedirettore della Cardiochirurgia pediatrica, e di due specializzandi, il dottor Filippo Ghidini, 31enne di San Giorgio di Mantova, e la collega Alessandra Rancan, 30 anni di Padova. Il gip ha fatto notare che «la tecnica adottata era idonea a risolvere il difetto congenito e l’operazione è stata eseguita dal Gamba e dalla sua èquipe correttamente nonostante l’esito». Peraltro era insorta una pericardite dopo la seconda operazione, definita una complicanza possibile.
Tre sono stati gli interventi subiti da Daniele: il 6 luglio 2017 il primo per posizionare le barre; il 15 dicembre 2017 nuovo intervento di riposizionamento ma le condizioni del ragazzo via via peggiorano, così si decide la rimozione il 10 dicembre 2018. È un’operazione drammatica perché, a causa delle aderenze che si sono formate, le barre sono un tutt’uno con cuore e polmoni e si verifica un’emorragia che richiederà ben 140 sacche di sangue. Tutto inutile: Daniele muore alle due di notte dell’11 dicembre.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova