Padova, allo Sherwood festival una giornata sul giornalismo sostenibile
Oggi, 30 giugno, nel pomeriggio la tavola rotonda con la presentazione del Manifesto europeo per un giornalismo sostenibile e alle 21 il dibattito con Elena Cecchettin su come sovvertire le narrazioni di genere

Lunedì 30 giugno 2025 si tiene allo Sherwood Festival di Padova, l’evento centrale del progetto europeo S-Info – Sustainable and Inclusive Information, co-finanziato dall’Unione Europea e portato avanti da organizzazioni di Italia, Belgio, Romania e Malta.
La giornata rappresenta uno snodo cruciale del percorso S-Info, che ha l’obiettivo di costruire un modello innovativo di cooperazione tra giornalismo indipendente e attivismo, come risposta alla crisi del giornalismo tradizionale, sempre più appiattito all’interno di dinamiche polarizzanti, precarie e omologanti.
A partire dalle ore 19.15, nello Stand Media e Produzioni, si terrà una tavola rotonda con i partner del progetto, dedicata a discutere i principi fondanti e le prospettive concrete di un’informazione più sostenibile, libera e inclusiva.
Fulcro dell’incontro sarà la presentazione della prima bozza del “Manifesto Europeo per un Giornalismo Sostenibile”, frutto di un processo di confronto tra giornalisti, attivisti e operatori dei media indipendenti, con l’obiettivo di proporre un documento condiviso in grado di ridefinire il ruolo dell’informazione come strumento di comprensione critica della realtà e partecipazione civica.
I relatori
Ad aprire la discussione sarà Antonio Pio Lancellotti di Globalproject, che illustrerà la genesi del Manifesto e i suoi tre pilastri fondamentali: l’etica, il media attivismo e la co-creazione. A seguire, Emanuel Delia, giornalista e attivista di Repubblika (Malta), racconterà l’esperienza maturata nell’ambito della campagna No Democracy Without Journalism, nata in risposta all’assassinio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia, e il legame con la battaglia europea per la libertà di stampa e con l’elaborazione del Freedom of Expression Handbook.
Interverrà poi Valentina Zoccali di S-Com (Bruxelles), che presenterà il lavoro svolto dall’organizzazione sul tema degli spazi sicuri nelle redazioni e nella produzione giornalistica, sottolineando l'importanza della cura, delle dinamiche di genere e dell’autotutela dei collettivi editoriali. Concluderà la tavola rotonda l’intervento di Attila Biro di Context.ro (Romania), che offrirà un quadro del contesto politico e delle pressioni esercitate sul giornalismo investigativo nel suo paese, e metterà in evidenza il bisogno urgente di costruire alleanze e strategie di collaborazione transnazionale.
I contenuti
L’intera tavola rotonda sarà quindi un’occasione per presentare contenuti concreti, riflettere sui nodi strutturali che ostacolano un’informazione democratica e per aprire un confronto pubblico su strumenti, pratiche e linguaggi che possano favorire un ecosistema mediatico più sano, partecipato e pluralista. Il Manifesto, che verrà firmato da giornalisti, media indipendenti e organizzazioni della società civile, sarà successivamente tradotto in più lingue e diffuso in tutta Europa.
Il dibattito
La giornata proseguirà alle ore 21, nel Second Stage, con il dibattito “Sovvertire le narrazioni di genere”, che vedrà protagoniste Elena Cecchettin, attivista transfemminista, e Giulia Siviero, giornalista, moderate da Anna Irma Battino di Global Project. Questo incontro si concentrerà su come le narrazioni di genere, troppo spesso costruite attorno a stereotipi o funzionali a logiche di dominio, possano essere decostruite e trasformate attraverso un’informazione più consapevole, posizionata e inclusiva.
Elena Cecchettin condividerà riflessioni sulla necessità di smontare i linguaggi patriarcali, affrontare le parole che alimentano la violenza strutturale e proporre una narrazione alternativa, in grado di sostenere un cambiamento culturale reale. Il dibattito sarà anche un’occasione per interrogarsi su come il giornalismo possa raccontare in modo nuovo la violenza di genere, i corpi e le soggettività oppresse, all’interno di un quadro più ampio di giustizia sociale e intersezionale.
S-Info Day rappresenta, nel suo insieme, un momento di elaborazione pubblica e collettiva, un laboratorio aperto per chi crede che il giornalismo non debba essere neutrale, ma giusto; non superficiale, ma profondo; non complice, ma partecipe.
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