Padova si inchina alla memoria del grande matematico Levi-Civita

L'Università intitola il Dipartimento al geniale studioso (perseguitato dalle leggi razziali) che ricevette i complimenti da Einstein
Albert Einstein e Tullio Levi Civita
Albert Einstein e Tullio Levi Civita

PADOVA. L’Università di Padova intitola il proprio Dipartimento di Matematica a Tullio Levi-Civita e lo celebra con un evento aperto al pubblico nell’Aula Magna di Palazzo del Bo venerdì 25 novembre  alle 9.

Facoltà intitolata al matematico che corresse Einstein
Tullio Levi-Civita e Albert Einstein

Tullio Levi-Civita nasce a Padova nel 1873, dove diviene a soli 24 anni professore di Meccanica razionale, allievo di Gregorio Ricci Curbastro (Fisica matematica), Ernesto Padova, e Giuseppe Veronese (Geometria). Si trasferì poi a Roma nel 1919 chiamato a insegnare “per chiara fama”, dove rimase fino alla promulgazione delle leggi razziali, e dove morì, dimenticato dal suo stesso Paese, nel 1941.

Originale lo scambio epistolare che ebbe con Einstein a proposito degli studi sulla relatività. In una lettera del 1917 Einstein gli scrive: «Ammiro il Suo metodo di calcolo. Deve essere bello cavalcare sul cavallo della vera matematica attraverso questi campi, mentre uno come me deve accontentarsi di procedere a piedi.» Nei suoi studi, legati soprattutto alla meccanica e alla relatività, si occupò della stabilità del movimento, della regolarizzazione del problema dei tre corpi, dell’idrodinamica, ma il suo nome resta oggi legato al “parallelismo di Levi-Civita”, teoria che ha dato il via a una serie di nuovi studi sulla geometria differenziale.

A soli 10 anni si iscrive al Tito Livio in seconda ginnasio, l’attuale seconda media, che concluse con quattro 10 e due 9: promosso quindi senza esami finali! Fu sempre studente modello. Fu uno dei più noti matematici al mondo, membro delle più prestigiose Accademie, invitato a tenere conferenze in molti paesi, dall’Argentina al Brasile, dalla Francia agli Stati Uniti, dottore honoris causa in diverse Università, vinse i principali premi scientifici: la medaglia d’oro della Società Italiana delle Scienze nel 1903, il Premio Reale dell’Accademia dei Lincei nel 1907, la Medaglia Sylvester della Società Reale di Londra nel 1922, la Medaglia “Dem Verdienste” dell’Università di Amburgo. Tullio Levi Civita compare, accanto a Ricci Curbastro nell’Osella dell’Ateneo patavino coniata nel 2005.

Il 25 novembre nell’Aula Magna del Bo, dopo i saluti del Rettore Rosario Rizzuto e di Marco Ferrante, direttore del Dipartimento di Matematica, interverranno Davide Romanin Jacur, presidente della Comunità ebraica di Padova; Tullio Ceccherini-Silberstein (Università del Sannio), nipote di Levi-Civita. Subito dopo la guerra Libera, la moglie di Levi-Civita, adottò una bambina, Susanna Silberstein, unica sopravvissuta di una famiglia ebraica viennese che era stata arrestata a Firenze e interamente sterminata nella Shoah. Essendo vedova, poté dare alla figlia solo il proprio cognome, Trevisani. Oggi Susanna, il marito Pier Vittorio Ceccherini e i figli Tullio e Francesca sono gli eredi di Tullio Levi Civita.

Ancora, partecipano Luca Illetterati, direttore della Padova University Press; Carlo Fumian, direttore del Centro di Ateneo per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea; Umberto Bottazzini, storico della Matematica e delle Scienze (Università di Milano), Claude Viterbo, direttore del Départment de Mathématiques et Applications (Scuola Normale Superiore di Parigi).  Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova