Nuovo scontro sul sigillo di Padova a Francesca Albanese

Si riaccende la polemica dopo le parole della relatrice dell’Onu per la Palestina sulla protesta al quotidiano La Stampa. Il consigliere dem Nereo Tiso attacca:«I giornalisti possono essere criticati, ma non minacciati»

Marta Randon
Albanese durante una manifestazione propal a Roma
Albanese durante una manifestazione propal a Roma

«Non va premiata né a Padova, né altrove» dice Nereo Tiso, lapidario. Dopo le dichiarazioni di Francesca Albanese riguardo l’assalto degli attivisti pro-pal al quotidiano torinese La Stampa definito «un monito» per i giornalisti «per tornare a fare il proprio lavoro», il consigliere dem, area cattolica, torna sulla decisione del sindaco Giordani di conferire alla relatrice Onu il sigillo della città, uno dei massimi riconoscimenti civici.

«Ancora una volta Albanese, voce scomposta dell’Onu, è protagonista di parole vergognose – affonda Tiso –. Dopo il vile attentato alla redazione del quotidiano di Torino da sedicenti “Pro Pal”, fa un’affermazione gravissima, come dire “state attenti giornalisti” a quello che scrivete perché potrebbe accadervi qualcosa. Il tutto condito con il peloso rispetto, tipico di Albanese. Dopo le pesantissime frasi contro il sindaco di Reggio Emilia e Liliana Segre, Albanese se la prende con chi è espressione della libertà»

La dichiarazione della relatrice Onu per la Palestina ha scatenato un putiferio di dimensioni nazionali. L’indignazione è bipartisan. «Le parole di Albanese sono inaccettabili. E francamente sono incompatibili con la cittadinanza onoraria di Bologna, città Medaglia della Resistenza, che dovrebbe ricevere» ha dichiarato il deputato Pd Andrea De Maria.

Il vicepremier Salvini, prevedibilmente, non ha perso l’occasione per alzare il tono: «Albanese ha bisogno di un bravo medico, di uno specializzato con tanta esperienza sulle spalle. È tragica» ha dichiarato. Carlo Calenda, dal canto suo, ha scelto la via del disincanto indignato: «Spero che la sinistra un giorno si vergogni di figure così». Ferma condanna anche dal Quirinale con il presidente Mattarella che ha espresso solidarietà ai redattori de La Stampa.

Nel mezzo della tempesta, Albanese ha provato a rimettere ordine nella narrazione. «Pare che stiano provando ad affossarmi – ha cercato di difendersi –. Non c’è stato nessuno scivolone, vergognatevi. Tutto quello che ho detto e che continuo a dire è che condanno la violenza e condanno l’attacco a La Stampa». Ha poi aggiunto: «La violenza, anche dentro a un sistema violento, finisce per rafforzare il sistema che ci opprime».

Intanto Tiso ribadisce senza tentennamenti: «La stampa può essere criticata ma non minacciata. Albanese non merita alcun premio dalla nostra città e, spero, da nessuna altra città».

Sul tavolo padovano resta il nodo politico: cosa deciderà il sindaco Giordani?

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