Studente aggredito con un manganello davanti al Da Vinci: denunciato l’aggressore, è un ventenne
Un 20enne moldavo è stato denunciato per aver aggredito con un manganello Beniamino Canovese, 19 anni, davanti all’istituto Leonardo da Vinci di Padova. Il ragazzo ha riportato una ferita alla tempia con 15 punti di sutura. Il Questore ha disposto una misura di prevenzione personale a carico dell’indagato

È stato rintracciato e denunciato dalla Polizia di Stato un 20enne cittadino moldavo, residente a Padova, ritenuto responsabile della brutale aggressione avvenuta la sera di giovedì 25 settembre in zona Savonarola, davanti all’istituto professionale Leonardo da Vinci.
A suo carico il Questore Marco Odorisio ha disposto anche una misura di prevenzione personale.
L’uomo, già noto per un precedente per lesioni, è accusato di aver seguito e colpito ripetutamente alla testa con un manganello il 19enne Beniamino Canovese, di Piazzola sul Brenta, dopo un diverbio per motivi di viabilità nei pressi di piazza Mazzini.
La vittima, raggiunta davanti alla scuola, è stata spintonata e poi aggredita con violenza, riportando un profondo taglio alla tempia e numerose contusioni.
Trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Padova, il giovane ha ricevuto quindici punti di sutura e una prognosi di due settimane. «Ho preso almeno tre colpi in testa e altri sul corpo – ha raccontato – ho perso molto sangue e rischiato di svenire».
Gli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile sono riusciti a identificarlo grazie alle testimonianze raccolte e alla denuncia presentata dalla vittima.
Nella mattinata di sabato 27 settembre hanno eseguito una perquisizione personale e domiciliare, procedendo poi all’iscrizione del 20enne nel registro degli indagati per lesioni aggravate e porto di oggetti atti a offendere.
L’episodio ha scosso profondamente la comunità scolastica: studenti e insegnanti hanno espresso sgomento e solidarietà, chiedendo maggiore sicurezza nelle aree esterne frequentate dagli allievi dei corsi serali.
«Vogliamo giustizia e risposte rapide – ha dichiarato il padre della vittima – non è possibile che ragazzi escano armati e riducano in quelle condizioni un coetaneo».
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