Padova torna laboratorio della nuova estrema destra

Dal no allo ius soli ai temi sociali, l’obiettivo è coinvolgere i giovani nelle scuole. Ecco i movimenti che si contendono la leadership in città
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - SIT IN FORZA NUOVA ARCELLA
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - SIT IN FORZA NUOVA ARCELLA

PADOVA. Dopo anni di torpore l’ultradestra esce allo scoperto e punta a conquistare ciò che ha perso: la strada. È il leader Roberto Fiore a suonare la carica a livello nazionale e lo fa da Padova, la città di Franco Freda.

Rispolvera la ricetta della Lega dei primi anni 2000 e mira a intercettare il malcontento diffuso che sospinge a gonfie vele il Movimento 5 Stelle. «Tassisti, ultras e pugili, unitevi per le ronde in tutte le città italiane», è l’appello lanciato sull’onda della guerra allo ius soli.

Padova si ritrova così ancora una volta schiacciata da una delle sue più grandi contraddizioni: città multietnica e punto di riferimento per i centri sociali del Nordest ma anche terreno fertile per le espressioni più estreme della destra sociale.



L’ordine è perentorio: intercettare il malcontento. La posta in palio è alta, perché a Padova ci sono migliaia di voti che vagano nel limbo degli arrabbiati.

Contro gli immigrati, contro le ingiustizie sociali, contro i vitalizi dei politici, contro le sinistre, contro i buonisti, contro i profughi, contro i “servi dello Stato” e le istituzioni. È un onda che va intercettata e imbrigliata.

Ci era riuscito Massimo Bitonci ma ora che il centrosinistra ha messo la sua bandiera rossa alle elezioni di giugno, bisogna creare qualcosa di nuovo per la prossima tornata elettorale. Questo è l’obiettivo.

L’ultradestra padovana, oggi, è divisa tra due fuochi. Così la disegna chi si occupa di eversione, Ros e Digos in testa. C’è Forza Nuova con la sua sessantina di iscritti (molti dei quali appartenenti all’ex Fronte della Gioventù) e c’è Casa Pound con la sua quarantina di militanti e tematiche diverse.

Forza Nuova predica “l’Italia agli italiani” e si scaglia a prescindere contro gli immigrati. Casa Pound sceglie anche temi sociali diversi, come quello recente della lotta al mega centro commerciale di Due Carrare.

Scene di guerriglia urbana a Padova per lo ius soli


Pronti a unirsi all’una o all’altra compagine ci sono i pochi irriducibili di Veneto Fronte Skinheads. Pochi a Padova, molti tra Verona e Vicenza. Nello scacchiere nero che scuote i responsabili dell’ordine pubblico ci sono anche le frange più estreme della tifoseria del Calcio Padova.

La vecchia guardia del tifo biancoscudato, tradizionalmente, è più vicina a Forza Nuova. Il 17 luglio scorso, la notte delle botte in piazza delle Erbe, gli ultras erano presenti in mezzo al corteo nero improvvisato sulle riviere. Il tema era forte: “no allo ius soli”.

Fonti di intelligence, invece, confermano la loro assenza nel venerdì sera delle ronde all’Arcella. «Gli ultras» confida un investigatore «compaiono solo quando è certa la contrapposizione con le frange della sinistra estrema. Non si fanno vedere quando si tratta di pura politica».

C’è poi un gruppo di ultras più giovani, tendenzialmente appartenenti al gruppo Educazione padovana, che strizza l’occhio a Casa Pound. Ed è sui giovani che ora si gioca la partita più difficile.

L’ordine che parte a livello nazionale è quello di fare proseliti nelle scuole superiori, cercando possibilmente di far eleggere qualche rappresentante d’istituto.

Ecco quindi il gruppo “Azione studentesca Padova”, molto attivo sui social con profilo Facebook e Instagram. La sede, manco a dirlo, è in Riviera dei Ponti Romani 56, storico presidio dell’Msi.

Ottobre è il mese dei cortei studenteschi di sinistra, dei sindacati in piazza, dei centri sociali che scendono in piazza. Padova dovrà però fare i conti con questa presenza che non è nuova ma di certo era stata dimenticata. Le due forze contrapposte ora si contendono la piazza. Questo sarà il leitmotiv dell’autunno caldo di Padova.

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