Panico Champions a Torino, un padovano: “Io, vivo per miracolo”

PADOVA. «Ho visto sangue ovunque, c’è stato un momento in cui sopra la mia gamba c’erano forse sei persone. Il problema principale erano i vetri a terra. Per fortuna me la sono cavata con alcuni ematomi e qualche graffio».
Luca Costantino, 35 anni, magazziniere di Battaglia Terme, nel pomeriggio di sabato sventolava con gioia la bandiera della Juve da piazza San Carlo a Torino. Raffica di selfie su Facebook con il gruppo di amici padovani e panoramiche della bolgia riunita in piazza per assistere alla finale davanti al maxi-schermo. Qualche ora dopo è uno dei 1.500 feriti che ringraziano il cielo di essere sopravvissuti.
«Era il momento del 3 a 1 del Real. Ci trovavamo sulla destra della piazza. Improvvisamente ho sentito un’onda umana, mi sono voltato di scatto e ho visto quella marea di gente correre verso di me». In piazza c’erano migliaia e migliaia di persone. «Ho iniziato a correre anche io ma sono stato travolto. Mi hanno schiacciato la gamba. C’erano i vetri delle bottiglie, ho appoggiato le mani e mi sono tagliato. Un delirio».
Il ricordo è ancora vivido. Luca rivive quei momenti di panico generale con ricchezza di dettagli. «Mi dimenavo da una parte all’altra per cercare di rialzarmi ma con sei-sette persone sopra non è semplice. Sapevo che se non mi fossi rialzato avrei rischiato di rimanerci. Con un colpo di reni mi sono rimesso in piedi. Intorno a me vedevo gente disperata». Non era ancora finita, purtroppo. «Dopo poco è partita la seconda ondata, stavolta dalla parte opposta. Ho provato a nascondermi dietro le colonne per evitare di cadere ancora una volta ma non ci sono riuscito e sono finito nuovamente carponi. Le mani sono finite ancora in mezzo ai vetri rotti».
È un inferno di urla, dolore e paura quello descritto dal trentacinquenne padovano. Un incubo collettivo piombato all’improvviso.
«Avevo sentito i petardi e sinceramente non ho mai pensato che potesse trattarsi di bombe. Lì per lì ho pensato che fosse una carica della polizia ma non riuscivo a darmi una spiegazione. Perché caricare in quel modo? Poi ho saputo che la polizia non c’entrava».
La festa in centro a Torino comunque non ci sarebbe stata, visto com’è andata al Millennium stadium di Cardiff. Certo però chi poteva immagine uno strazio simile. «Io avevo le mani ferite e la caviglia gonfia. Ciò che mi ha colpito di più erano le magliette insanguinate della gente. Ce n’erano ovunque perché tutti coloro che sono finiti a terra si sono tagliati con i vetri delle bottiglie. C’è gente che ha perso tutto. Io ho perso lo zainetto ma dopo mezz’ora l’ho ritrovato. Ho perso anche gli amici ma siamo riusciti ricongiungerci. È stata un’esperienza veramente scioccante».
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