Pannaghiaccio diventa un marchio registrato

Avviato il lungo percorso per il riconoscimento dell’unicità del gelato creato settant’anni fa da Renzo Schizzerotto

ESTE. La pannaghiaccio diventa marchio. A qualche mese dai contrasti in consiglio comunale, e soprattutto a settant’anni dalla sua creazione, la famiglia Schizzerotto ha deciso di tutelare questa eredità gastronomica ormai nota in tutto il Veneto. Giuseppe Schizzerotto, figlio del Renzo (scomparso a giugno 2015) che nel 1949 inventò la pannaghiaccio, ha depositato nelle scorse settimane in Camera di Commercio il marchio “Pannaghiaccio secondo ricetta del 1949 di Schizzerotto Renzo”.

Spiega Giuseppe: «La pannaghiaccio ormai si trova un po’ ovunque, anche in attività portate avanti dai miei parenti, e non metto in dubbio che si tratti di prodotti di alta qualità. La vera pannaghiaccio, però, quella creata da Renzo, la produco solamente io e solamente i miei esercizi la commerciano in numeri così importanti».

Quando viene presentata in Camera di Commercio una domanda di marchio italiano, viene attribuito un numero di deposito che identifica il marchio (sia la parte grafica che verbale), le classi designate, il titolare e, in genere, tutte le informazioni legate al marchio in questione. Da quel momento in poi il marchio può considerarsi depositato e tutelabile. La domanda viene quindi inoltrata all’Ufficio italiano Brevetti e Marchi che ne controlla i contenuti formali: entro una ventina di mesi, in caso di assenza di impedimenti o anche di opposizioni, il marchio viene registrato e viene attribuito un numero di registrazione. Solo a quel punto il marchio può considerarsi registrato.

Schizzerotto ha presentato un disciplinare che identifica la pannaghiaccio creata da Renzo. Tre sono i fattori determinanti per distinguerla dai prodotti simili: «L’uso di panna, con 35% di tenore di grasso, e latte intero di sola origine italiana. Nello strato di cioccolato interno devono essere presenti sia cacao che cioccolato fondente. E poi: la lavorazione dello strato di cioccolato interno alla pannaghiaccio deve avvenire con un processo a caldo per garantire la giusta soluzione dei diversi ingredienti. Successivamente viene velocemente raffreddato prima di porlo a contatto con la panna montata. Infine la panna va montata esclusivamente con metodo meccanico e naturale, con frusta in planetaria. Questo permette il raggiungimento della giusta consistenza».

Fino al 1982 la pannaghiaccio è stata realizzata solo al gusto “pannacioccolato” racchiusa da due cialde. Ora esistono le varianti al cioccolato con il biscotto, al torroncino, alla fragola e alla macedonia.

Nicola Cesaro.

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