Paolo, a 24 anni diventa attore in una serie Usa

FORCELLINI. Lo studio prima di tutto, tanto teatro europeo e, oggi, il debutto con il botto in una serie americana che domani sarà visibile in streaming su Netflix. Lui è un giovanissimo attore padovano, Paolo Bisetto, in arte Paolo Malvisi, un ragazzo di 24 anni che vive a Forcellini con mamma, papà e un fratello. La serie è Marco Polo, un genere storico-fantastico ideata da John Fusco che racconta le avventure del giovane Marco Polo (interpretato da Lorenzo Richelmy) alla corte di Kublai Khan (Benedict Wong). Il progetto è stato acquistato da Netflix che ha commissionato la produzione dei dieci episodi per un costo totale di 90 milioni di dollari. Nota di rilievo i registri e produttori esecutivi del primo episodio (quello pilota) che sono Joachim Rønning e Espen Sandberg (la coppia artistica sarà alla regia di Pirati dei Caraibi 5).
La troupe ha registrato in Italia, a Venezia, in Kazakistan e in Malesia ai Pinewood Studios. Tra impeccabile professionismo americano, misure immancabilmente oversize com'è nello stile statunitense, Paolo ha intrapreso la sua scalata verso il cinema e dunque il suo sogno. «Sono stato chiamato da un'agenzia di Venezia», racconta, «ho fatto il provino e mi hanno ingaggiato». La lingua è l'inglese e Paolo se la cava più che bene. Una volta messo a punto il british, il resto è discesa. Oggi il pedigree di un vero attore è una miscela di saper fare: ballo, canto, lingua, accento e, magari, anche saper gestire una scazzotatta. «In una scena», confida il giovane artista, «io sono il figlio di un mercante, in affari con il papà di Marco Polo e succede che, insieme ad altri due scagnozzi, vado a riscuotere una consegna in ritardo. La scena sfocia in una rissa da strada e, anche senza controfigura, faccio a pugni con il protagonista».
Tra spunti storici e qualche libera interpretazione, «è una serie molto spettacolare, sul set non c'erano meno di 30 persone e sono state coinvolte più di 300 comparse e 160 per le scenografie», assicura Paolo che, a casa, tra amici e parenti che confidano in lui, ammette di credere molto in questa prima ma importante occasione: «Vediamo cosa succede, c'è già stata la prima al Lincoln centre di New York e le critiche sono state positive. Non a me direttamente, ma la serie pare sia piaciuta molto. Cominciare con gli americani è un'occasione imperdibile».
Elvira Scigliano
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