Parco dei Colli, Biasetto lascia e accusa la Regione

Il presidente: "Ci hanno lasciati soli, non riusciamo più a garantire nemmeno gli stipendi dei dipendenti"
Este, 28.09.2012.Presidente del Parco Colli mette all'asta il costoso divano del suo ufficio..Nella foto: il presidente Gianni Biasetto..ph. Zangirolami
Este, 28.09.2012.Presidente del Parco Colli mette all'asta il costoso divano del suo ufficio..Nella foto: il presidente Gianni Biasetto..ph. Zangirolami

ESTE. Gianni Biasetto lascia la presidenza del Parco Colli. E guai a pensare che si tratti di un capitano che lascia la barca che sta per affondare: il barcone del Parco stava già navigando in pessime acque quando, nel dicembre 2011, Biasetto assunse la presidenza dell’ente dopo le dimissioni “lampo” di Simone Borile. «Non me la sento più di prendermi colpe e responsabilità che non sono mie» sono le parole pesanti di Biasetto. «La Regione ci ha abbandonato: non bada alle nostre esigenze e non dà priorità all’attività del Parco, impedendoci non solo di programmare, ma anche di pagare gli stipendi ai dipendenti dell’ente».

LE DIMISSIONI. La lettera di dimissioni di Biasetto, 66 anni, è stata protocollata alle 11 di ieri. Da legge istitutiva, questo ha comportato l’immediato decadimento del presidente e dell’intero comitato esecutivo. Entro metà della settimana prossima il consigliere anziano, Gianni Sandon, convocherà un consiglio d’urgenza per fare il punto della situazione e trovare una nuova convergenza politica su una nuova guida. Biasetto resta comunque consigliere delegato dal Comune di Teolo. «Ho tentato di resistere» ammette rammaricato il presidente uscente «Ero convinto di poter fare del bene per i Colli Euganei, la terra in cui vivo, ma ormai sono venute meno tutte le possibilità. Senza risorse, non possiamo programmare nulla». L’ente Parco incamera autonomamente solo 100 mila euro all’anno di sanzioni e di solo funzionamento costa 1,2 milioni di euro: con l’ultima gestione le spese sono state tagliate del 20% (Biasetto aveva messo in vendita anche il costoso divano del suo ufficio come segnale di spending review), ma serve ovviamente ben altro.

STIPENDI. A far traboccare il vaso è stata l’impossibilità di pagare gli stipendi dei 28 dipendenti fissi del Parco: «I primi due mesi li abbiamo pagati con fondi dell’ente, ma ora anche quella “scorta” è esaurita e la Regione non provvede a trasferirci le somme richieste. Rischiamo di non pagare gli stipendi di marzo. Basti pensare che avanziamo ancora somme rendicontate nel 2009». E se mancano i soldi per i dipendenti fissi, pagare gli operai forestali stagionali è impensabile: «Abbiamo fatto richiesta di finanziamenti alla Regione a ottobre e non abbiamo ancora ricevuto risposta. Se anche arrivasse un assenso, questi fondi non sarebbero versati prima di ottobre: come posso far lavorare trenta persone senza uno stipendio per quasi un anno?», è la denuncia di Biasetto, che accusa la totale assenza – da almeno un anno – di interlocutori all’interno della giunta guidata da Luca Zaia.

CINGHIALI E PROMOZIONE. L’assenza di risorse e l’impossibilità di utilizzare il personale si ripercuote anche su aspetti di fondamentale importanza per la vita del Parco e dei suoi cittadini: «Ad oggi per il piano di contenimento dei cinghiali possiamo contare solo sui nostri due dipendenti e su qualche selecontrollore. Senza gli operai stagionali, l’attività è praticamente ferma e in questi primi mesi le catture sono state minime. Aprile è alle porte e con esso il periodo di massima riproduzione di questa specie: rischiamo di vanificare anni di intensa attività e di consegnare il territorio euganeo ad un’infestazione incontrollabile dei cinghiali». Senza un Parco in attività mancheranno inoltre garanzie sul fronte degli incendi boschivi, del mantenimento dei sentieri e della promozione turistica: «Si pensi che due anni fa, con il Parco del Delta del Po, abbiamo chiesto 1.500 euro, mica milioni di euro, per un progetto di valorizzazione del Fior d’Arancio: la Regione non c’ha manco risposto. E senza autorizzazione regionale non possiamo autorizzare nemmeno un euro, neanche per stampare un volantino dedicato alle manifestazioni sul biologico, tanto apprezzate ma fermate sul nascere per mancanza di fondi». La stessa promozione dell’anello ciclabile, in cui il Parco si è speso seriamente negli ultimi anni, è stata portata avanti solo grazie all’impegno delle associazioni locali: «Se non ci arrivano nemmeno le risorse per stampare una cartina geografica, che per l’anello è stata realizzata grazie a queste associazioni e agli sponsor, allora vuol dire che siamo a livelli di promozione turistica fatta con le briciole».

Argomenti:colli euganei

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova