Parodontite, la cura è sempre più hi-tech e di precisione

Sei su 10. Tante sono le persone – soprattutto tra i 35 e i 44 anni – colpite dalla parodontite, un'infiammazione cronica che colpisce tutti i tessuti che sostengono i denti, dalle gengive all'osso. Di queste, riporta il Ministero della Salute, il 10% ha una forma grave della malattia. Il motivo? È una questione di squilbrio della flora batterica.
Una malattia multifattoriale
Più si studiano i fattori di rischio di molte malattie, infatti, e più si scopre che le popolazioni di microrganismi che ci “abitano” – il microbiota, appunto – hanno un ruolo importante, spesso determinante. La bocca non fa eccezione, anzi: è proprio da una “invasione” di batteri e virus che scaturisce la parodontite, che è quindi considerata una malattia infettiva. Ma non solo, perché entrano in gioco altre cause – come la scarsa igiene orale, il fumo, il diabete, la presenza di malattie autoimmuni, forti stress, interventi di protesi dentali e otturazioni mal fatte, la menopausa, la gravidanza e l'allattamento, o alterazioni del metabolismo – e anche la predisposizione genetica: ecco perché, a parità di “attacco”, la patologia può manifestarsi in modo diverso.

I sintomi sono il sanguinamento gengivale, l’abbassamento delle gengive che possono lasciare scoperte le radici dei denti, l’alitosi, la mobilità dentale, la sensibilità diffusa al caldo e al freddo. Il più delle volte questi campanelli d’allarme – soprattutto il primo, che è il più importante perché consente di intercettare il problema prima che faccia danni irreversibili – vengono trascurati. La gestione dell'infiammazione provocata dall'infezione e da tutti gli altri fattori può allora diventare molto complessa, per questo è un campo aperto della ricerca.
Proprio grazie alla ricerca, però, si è capito che la perdita dei denti non è inevitabilmente legata all'età, e che può essere scongiurata intervenendo per tempo. Uno dei protocolli che si sono rivelati più efficaci e meno invasivi per la parodontite è quello basato sulla combinazione di analisi biomolecolari del microbiota e l'utilizzo del laser sotto la guida con microscopio operatorio, denominato Perioblast (da Periodontal bio laser assisted therapy).
La cura hi-tech

Il protocollo, messo a punto dal laboratorio di ricerca interno del gruppo IMI-EDN, ha un approccio fortemente tecnologico e scientifico. In tutti campi, infatti, la medicina è sempre più personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa (le cosiddette 4 P): quella del futuro prossimo è una cura di precisione e basata sulla genomica, “tagliata su misura” per ogni paziente. Questo vale anche per l'odontoiatria e Perioblast ne è un esempio da oltre 10 anni. Fondamentale è un’accurata diagnosi – clinica, radiologica e soprattutto di laboratorio – che viene eseguita in diverse fasi. Il microscopio operatorio, inoltre, permette di apprezzare dettagli non visibili a occhio nudo, in modo da evitare in molti casi gli interventi chirurgici, oltre a ridurre lo stress e il dolore per i pazienti. L'obiettivo è la guarigione clinica, ottenuta grazie all’eliminazione selettiva di batteri e virus, il controllo della risposta infiammatoria e la stimolazione alla riparazione dei tessuti danneggiati.
Protesi digitali e odontoiatria 4.0

La tecnologia e la ricerca clinica sono alla base anche di un nuovo modo di progettare e realizzare le protesi. Nelle cliniche IMI-EDN, la lunga “filiera analogica” – che implica la presa dell'impronta, la manifattura in laboratori esterni, le prove e così via – viene sostituita da un sistema digitale, molto più veloce e meno costoso. È infatti possibile ottenere in tempo reale copie virtuali dell’anatomia della bocca e realizzare i manufatti tramite processi di progettazione digitale, grazie anche alle stampanti 3d. Questo approccio permette di migliorare la qualità e la precisione dei manufatti protesici, perché le macchine, che sono a controllo numerico, hanno un margine di errore che scende al di sotto dei 10 micron. È l'odontoiatria 4.0: quella in cui persino la realizzazione delle protesi è “di precisione”.


DOVE RIVOLGERSI.
Con l’utilizzo di tecniche innovative, la rete di cliniche IMI EDN è in grado di effettuare diagnosi precise, al fine di risolvere le patologie del cavo orale, in particolar modo la parodontite aggressiva e la perimplantite.
Tornare a sorridere oggi è semplice: la rete, attiva in tutta Italia, ha una sua sede anche a Padova, in Via Ugo Foscolo 1, a pochi minuti a piedi dalla stazione centrale.
Per prenotare una visita: Tel 049.875.5257–049.666215
Per maggiori informazioni: https://www.excellencedentalnetwork.com/mdoc/cura-parodontite-padova
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