Parolin tiene a battesimo il campanile restaurato

Festa grande ieri a San Giorgio San Bosco con il Segretario di Stato vaticano Don Bertuzzo: «Di qui passò Pio X, magari un giorno ricorderemo un altro Papa»
DORO - FOTO PIRAN - SAN GIORGIO IN BOSCO - INAUGURAZIONE CAMPANILE
DORO - FOTO PIRAN - SAN GIORGIO IN BOSCO - INAUGURAZIONE CAMPANILE
SAN GIORGIO IN BOSCO. «Quando sentirete i rintocchi arrivare dal campanile restaurato, ricordate l’appartenenza alla comunità cristiana», Grande festa ieri a San Giorgio in Bosco per la messa celebrata dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, impegnato nelle scorse settimane in una importante visita a Mosca e al centro del dibattito per la presa di posizione sui migranti dopo il violento sgombero di Roma. Lo stretto collaboratore di papa Francesco è stato accolto dal parroco, don Antonio Bertuzzo, con parole lusinghiere: «Se si apriranno dialoghi importanti con Cina e Russia ci ricorderemo del cardinale Parolin. Qui a San Giorgio in Bosco», ha ricordato il reverendo, «è passato Pio X, chissà che un giorno non si ricordi la celebrazione di oggi per un altro Papa», chiaramente alludendo a Parolin, che ha ironizzato: «Quando eravamo in seminario insieme non avevo notato il gusto per le iperboli di don Antonio». Ed è stato sempre Parolin – affiancato da un figlio illustre della frazione di Paviola, l’arcivescovo di Camerino Francesco Brugnaro – a commentare il vangelo, «tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa», e a invitare a pregare «per la pace nel mondo». Una Chiesa più forte, quella sangiorgense, che ieri ha avuto la possibilità di benedire il bellissimo campanile, che svetta lungo la Valsugana. Il Segretario di Stato Vaticano ha dimostrato il suo stile – mite, gentile, cordiale – dialogando con i fedeli dopo il momento ufficiale. In tanti sono poi rimasti ad ammirare il simbolo della pieve restituito a dignità e bellezza: dalla Cariparo sono arrivati 130 mila euro, 90 mila dalla Cei attraverso l’8 per mille, 25 mila euro il contributo della parrocchia; la ditta Scalco ha donato la nuova porta d’ingresso, un privato la nuova croce. A rendere urgente l’intervento è stata la caduta della croce avvenuta nella notte del 20 giugno 2009, nel 2014 si è provveduto alla messa in sicurezza. E poi il restauro, in collaborazione con la Diocesi. Il cerchio si è chiuso in bellezza ieri, con centinaia di fedeli e la presenza di Parolin, «che ho marcato a uomo per due anni perché potesse essere presente», ha confidato don Antonio. Oggi alle 10. 30 il cardinale parteciperà alla presentazione del volume “San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in Cadore” nella sede di Grafica Veneta a Trebaseleghe.


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