Pd in regione, tre consiglieri si riducono lo stipendio

Dopo le polemiche delle scorse settimane, un gesto concreto: oltre 2 mila euro al mese finiranno ad associazioni benefiche padovane
BACCARIN - CS IN COMUNE SU OMICIDI - PIERO RUZZANTE BACCARIN - CS IN COMUNE SU OMICIDI
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PADOVA. Il Partito Democratico di Padova risponde così al vento dell'antipolitica che accusa gli eletti di sperperare soldi pubblici: i consiglieri regionali Piero Ruzzante, Claudio Sinigaglia e Mauro Bortoli hanno deciso di tagliarsi il tanto contestato stipendio di 2mila 100 euro. Assicurano che è una coincidenza, che non si tratta di quel rimborso fuori busta finito sulle pagine dei giornali. Ma procedono con il loro intento «fino a che la legge non provvederà da sola ad abbassare gli stipendi» spiegano, «e succederà presto».

Dopo essersi informati su come devolvere una parte del loro compenso a chi in questo momento soffre la crisi e dopo aver appurato che lasciandoli in Regione sarebbero tornati nella casse di palazzo Balbi, hanno deciso di donarli ad alcune associazioni padovane. Un gesto una tantum che si dicono, però, pronti a ripetere. Ruzzante ha scelto le cucine popolari di suor Lia, Bortoli l'associazione Mimosa mentre Sinigaglia ha deciso di aiutare la mensa dei poveri di San Leopoldo. «Questa decisione arriva dopo la scelta di sottoporre il bilancio del nostro gruppo al controllo di revisori dei conti esterni» spiega Ruzzante, «ma in questo caso si tratta di una decisione individuale. Abbiamo proposto di fare lo stesso anche ad altri ma al momento abbiamo aderito solo noi». «Con questo gesto vogliamo dire che capiamo la sofferenza di questo momento» continua il segretario cittadino del Pd, «ripeteremo la donazione, se non interverrà una modifica nei compensi. Al momento la giunta Zaia non ha saputo cambiare passo».

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