Pena ridotta di 3 anni in Appello all’ex carabiniere padovano condannato per stupro

Da 12 anni e 8 mesi a 9 anni e 8 mesi per Dino Maglio che il Tribunale di Padova aveva riconosciuto colpevole  di cinque violenze sessuali
Dino Maglio assieme ad un'amica
Dino Maglio assieme ad un'amica

PADOVA. Un macigno che diventa un po’ meno pesante, ma sempre macigno è. La Corte d’Appello di Venezia ha riconosciuto a Dino Maglio, condannato in primo grado per cinque episodi di violenza sessuale, due tentate concussioni e nove episodi di riduzione in stato di totale incapacità, uno sconto di tre anni sulla condanna che il Tribunale di Padova gli aveva inflitto nel giugno del 2019. Da 12 anni e 8 mesi la condanna scende a 9 anni e 8 mesi.

Maglio, che è difeso dall’avvocato Enrico Cogo, si trova ai domiciliari nel Salentino, sua terra d’origine. A persuadere i giudici di Appello a uno sconto di pena pare abbiano contribuito non poco le dichiarazioni spontanee rese dall’ex carabiniere, che, fra le altre cose, avrebbe chiesto scusa alle vittime, mostrandosi pentito.

Nell’aprile del 2015 Maglio era stato condannato a 6 anni e 6 mesi per lo stupro di una liceale australiana appena sedicenne, avvenuto nella sua casa all’Arcella, dopo averla conosciuta sul sito couchsurfing. La sentenza aveva chiuso la prima inchiesta a carico del carabiniere che aveva prestato servizio a Teolo e successivamente nel Comando provinciale di Padova. Ma era solo l’inizio.

Si apre infatti una seconda indagine quando si fanno avanti altre 14 ragazze che, tramite la piattaforma Irpi (Investigative Reporting Project Italy), sono entrate in contatto fra loro. Le indagini vengono coordinate dal pm Giorgio Falcone che ricostruisce come Maglio facesse cadere in trappola le giovani. Quando le ospitava in casa sua, si mostrava disponibile e gentile.

La sera scattava la trappola. Maglio offriva alle ragazze un tè o un bicchiere di vino a cui però mescolava delle sostanze narcotiche, che facevano addormentare la preda. Che al mattino si ritrovava nuda nel letto, accanto a Maglio, ricordando solo di essersi addormentata sul divano.

In un caso, addirittura, la violenza si era consumata una sera in cui nella stessa casa dell’Arcella era presente anche la madre di Maglio. Solo una delle vittime, una giovane statunitense, si è costituita parte civile nel processo che si è celebrato a Padova, ottenendo un risarcimento di 70 mila euro.

Maglio viene condannato in primo grado nel giugno del 2019: il Tribunale lo riconosce colpevole di cinque violenze sessuali, due tentate concussioni - per aver cercato di obbligare sotto minaccia due ospiti a cancellare le pessime recensioni sul suo conto nel sito couchsurfing - e di nove episodi di riduzione in stato di totale incapacità altrettante ragazze. Nei giorni scorsi la nuova sentenza della Corte d’Appello che sconta di tre anni la prima condanna. —

elena livieri
 

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