Pesce crudo, nessun rischio dal Giappone contaminato

ZAIRO. Franco Filimbeni
ZAIRO. Franco Filimbeni
 
Il Ministero della Salute ha bloccato all'aeroporto della Malpensa una partita di ricciole provenienti dai mari del Giappone e giudicate, in seguito alle analisi, totalmente sane e sicure. Ecco che nei ristoratori e sulle tavole dei padovani è scattata la psicosi del pesce crudo. Un allarme, d'altronde, che si era diffuso già un mese fa.
 All'epoca una nota ministeriale aveva imposto ai ristoratori - pronti a servire pesce crudo - di tenere il pescato a meno venti gradi per 24 ore consecutive, potenziando le procedure previste. A carico degli eventuali trasgressori sono possibili pesanti multe e la denuncia per frode in commercio. L'allarme non è scattato in tutti i ristoranti, ma per lo più in quelli dove si mangia quasi esclusivamente pesce come nelle trattorie della Riviera del Brenta e nei locali cinesi e giapponesi dove si servono sushi e sashimi. Ma, dopo lo scoppio della centrale di Fukushima, il rischio di cibo contaminato è reale in Italia? «I padovani, come il resto degli italiani, stiano tranquilli - sottolinea Giovanni Tambuscio, responsabile del settore igiene e alimentazione dell'Usl 16 - Il pesce che arriva ai posti di frontiera è analizzato con i criteri più rigorosi. I controlli quotidiani di campionamento continuano normalmente e, fino a oggi, è sempre risultato tutto ok». Le nuove norme sono molto restrittive: ogni ristoratore ha l'obbligo non solo di certificare da quale venditore ha acquistato il pesce crudo, ma anche di sottoporlo ad un particolare trattamento di bonifica. E il nuovo obbligo di trattamento dovrà essere scritto sui menù. C'è preoccupazione pure tra i ristoratori. «Le nuove regole dettate dal Ministero della Salute e l'allarme dal Giappone rendono il nostro lavoro più difficile - dice Franco Filimbeni, patron del ristorante Zairo - Invitiamo i clienti a venire nei nostri locali con la massima tranquillità: siamo i primi a pretendere dai fornitori pesce sicuro e certificato. Io, da buon pugliese, mangio tanto tonno rosa crudo. Anche ora». (f.pad.)

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