Picchiava la moglie mentre era ai domiciliari
VIGONZA. Lucio Monetti, 58 anni, il maestro di musica di Vigonza condannato in maggio a sei anni di reclusione per violenza sessuale e atti sessuali aggravati dalla minore età delle vittime, che erano due sue allieve, ora sconterà la condanna in carcere e non più ai domiciliari nell’abitazione in paese. Una condanna inflitta con rito abbreviato che prevede per legge lo sconto di un terzo della pena.
Mercoledì pomeriggio i carabinieri di Pionca di Vigonza lo hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Padova, lo hanno trasferito al carcere circondariale Due Palazzi. A sporgere denuncia nei confronti del marito è stata la sua stessa compagna, sottoposta per mesi a vessazioni, minacce verbali e maltrattamenti. Tanto che la donna era stata costretta a lasciare l’abitazione e la forzata convivenza con Monetti per timore della propria incolumità.
Di fronte alla nuova accusa, è stato revocato il beneficio della detenzione domiciliare concesso perché era incensurato. È la prima volta che il cinquantanovenne maestro di musica mette piede in carcere: durante il suo percorso giudiziario è sempre rimasto agli arresti domiciliari.
Monetti era stato arrestato nel gennaio 2012 con la pesante accusa di violenza sessuale nei confronti di due ragazzine minorenni per fatti accaduti nel corso del 2011. Le vittime erano sue allieve, all’epoca quindicenni. Il maestro aveva abusato di loro per diverso tempo, anche all’interno di un patronato, dove si svolgevano le lezioni di chitarra. Ed era stato inchiodato pure da alcune intercettazioni telefoniche. La sua difesa? Le studentesse sarebbero state consenzienti, aveva sostenuto. Una delle due vittime adolescenti, costituitasi parte civile nel procedimento giudiziario, ha ottenuto un risarcimento di 120 mila euro per sé e per i genitori.
Ora la nuova inchiesta della procura. Monetti rischia di finire in un’aula di tribunale.
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