Piscina privata negata Il Tar sconfessa il “no” della Soprintendenza

Nicola Cesaro

ROVOLON

Il giardino del vicino è sempre più verde, e in più ha pure una piscina. Anzi, di piscine ce ne sono almeno quindici nel raggio di pochi chilometri. «Perché mai io non posso costruirla?», ha evidentemente sbottato la ricorrente, che alla fine si è presa tutta la ragione dal Tribunale amministrativo regionale per il Veneto.

Il Tar si è infatti trovato a giudicare il “no” della Soprintendenza alla realizzazione di una piscina privata ai piedi del Monte della Madonna, in Comune di Rovolon, nel territorio protetto del Parco Colli Euganei. K.M.P.L., rappresentata dall’avvocato Alvise Arvalli di Padova, qualche mese fa ha presentato alla Soprintendenza e al Parco Colli l’istanza di autorizzazione paesaggistica per realizzare una piscina interrata in via San Pietro, in un’area valliva ai piedi del Monte della Madonna. La richiesta era già stata presentata nel 2011: l’autorizzazione era stata concessa, ma l’intervento non era mai stato realizzato e dunque il parere era scaduto.

Al secondo tentativo, la Soprintendenza ha negato l’autorizzazione. Il motivo? L’intervento è stato ritenuto «incompatibile con la tutela dei valori paesaggistici in quanto trattasi di opere estranee alla tradizione tipologica residenziale dei colli ed incongrua alla protezione della manifesta naturalità agro-forestale dell’ambito paesaggistico di riferimento, scarsamente antropizzato».

Da qui il ricorso della donna, che ha dimostrato come in quell’area valliva ai piedi del Monte della Madonna siano in realtà presenti ben 15 piscine. Di queste, ben 4 nel raggio di un chilometro e una addirittura nell’immobile confinante. Una beffa.

Non solo, il Parco ha confermato come nel Piano Ambientale – la “bibbia” del Parco – non esista un espresso divieto alla realizzazione di piscine in quella zona, tanto che la valutazione avviene da sempre caso per caso.

Per questi motivi, e per quel “sì” arrivato nel 2011 decaduto solo per il decorso del termine quinquennale, il Tar ha accolto il ricorso della donna annullando il provvedimento del Parco Colli che recepiva il parere della Soprintendenza. Il Ministero per i beni e le attività culturali dovrà inoltre pagare tremila euro di spese di lite. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova