Porsche blocca il tram e scatta il reato penale

Al volante di una bella e nuovissima Porsche Cayman in pieno centro: sfilare sotto gli sguardi dei passanti è facile, anzi è una goduria; trovare parcheggio tutta un’altra faccenda, a volte un’impresa ardua. Ma forse Alessandro Buischio, trentaduenne promotore finanziario di Vigonovo nel Veneziano, a bordo di quel bolide da far indivia a molti si è sentito “autorizzato” a mollarla dovunque. E (perché no) lungo Riviera Ponti Romani all’altezza del civico 38, cuore storico cittadino tutto bollato come ztl, ovvero zona a traffico limitato percorribile soltanto se muniti di pass?
Chi se me importa se, proprio lungo quell’arteria, ci sono le rotaie del tram che, di certo, non può spostarsi per evitare le auto in sosta? Si fermerà e aspetterà, avrà ragionato il giovane professionista. O, forse, non lo ha nemmeno pensato: Buischio ha parcheggiato la sua auto e se n’è andato, mettendo in imbarazzo l’autista del tram diretto al capolinea sud della Guizza che, poche minuto più tardi, è sopraggiunto. Suoni di clacson a vuoto: non è arrivato nessuno a spostare la vettura e stop forzato di mezz’ora per il mezzo pubblico tra le proteste dei passeggeri tra le 20.15 e le 20.45.
Così sono stati allertati gli agenti della Polizia municipale, oltre al carro-attrezzi: trasferimento forzato nel deposito “pubblico” per la coupé sportiva, immediata multa con sanzione pecuniaria e inevitabile denuncia penale per il reato di interruzione di pubblico servizio a carico del proprietario-autista. Era la sera del 10 febbraio 2013.
L’inchiesta penale è andata avanti e, su richiesta del pubblico ministero padovano Sergio Dini, titolare dell’indagine, il gup Cristina Cavaggion ha chiuso il caso con un decreto penale di condanna al pagamento di 3.750 euro di multa (una pena detentiva di 15 giorni sostituita dalla sanzione pecuniaria di 250 euro per ogni giorno di reclusione). Non è andato bene a Buischio che, tutelato dall’avvocato Stefano Sartori, ha impugnato il decreto. Ma non ha voluto affrontare il processo: il difensore ha proposto il patteggiamento di un mese di reclusione fuori udienza come prevede la normativa in determinati casi e con la sospensione condizionale della pena.
Proposta accolta dal pubblico ministero Dini che ha espresso parere favorevole per mettere la parola fine alla vicenda penale, forse frutto del poco rispetto delle regole del vivere civile.
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