Porta Codalunga riemerge «Ne preserveremo la storia»

Micalizzi fa il punto sugli scavi che hanno riportato in luce il basamento e annuncia l’intenzione di mantenere «un segno visibile dell’antica struttura»
A Padova manca una porta. E non sono solo quelle del Pedrocchi nel motto popolare dei “tre senza”. C’è anche Porta Codalunga, l’unica non sopravvissuta dell’anello delle mura cinquecentesche. È stata abbattuta nel 1925 per far spazio al “rettifilo” di viale Codalunga. Sacrificata sull’altare del progresso di inizio secolo, con l’automobile simbolo dell’allora moderna mobilità.


Oggi si riavvolge il film della storia e dal cantiere delle nuove rotatorie (ormai quasi completate) riemergono il basamento di Porta Codalunga e le strutture del ponte antistante che scavalcava la fossa delle mura. Un ritrovamento atteso ma non per questo meno emozionante. Al lavoro ci sono gli archeologi di una ditta specializzata, coordinati dai funzionari della Soprintendenza, e con il supporto degli “appassionati” del Comitato Mura.


E il destino di questi scavi non è ancora certo: «Abbiamo interrotto i lavori della viabilità in quel tratto e per le prossime tre settimane ci saranno delle analisi archeologiche – spiega l’assessore ai lavori pubblici Andrea Micalizzi – Ci sono già dei ritrovamenti importanti e potrebbero emergere ancora altre cose». Cosa accadrà dunque di questi scavi? Resterà un segno dell’antica porta? «Dipenderà tutto dall’esito degli scavi. Certo ci piacerebbe mantenere un segno visibile di questa parte di città – risponde l’assessore – Abbiamo sospeso i lavori stradali proprio per questo: lasciamo tutto fermo in modo da essere aperti ad ogni soluzione, che ci verrà indicata anche dagli esperti».


Tocca alla Soprintendenza infatti chiarire come verrà gestito lo scavo e cosa potrà essere poi ricoperto. Di certo ci sarà un momento aperto alla città per conoscere questo monumento sparito: «Mi piacerebbe organizzare con il Comitato Mura delle visite guidate agli scavi, una volta terminate le analisi e prima di passare alla sistemazione definitiva», annuncia Micalizzi.


La porta, secondo la ricostruzione fatta dal Comitato Mura, fu costruita nel 1521, in sostituzione di quella medievale. Fu poi modificata nel 1859 quando venne realizzata la barriera daziaria che si occupava dei “traffici” provenienti dalla stazione ferroviaria. Poi l’abbattimento durante le trasformazioni cittadine del ventennio fascista.


Sul marciapiede di viale Codalunga sopravvivono quelle che erano le due “garitte” della porta, che negli anni hanno ospitato un orologiaio e un edicolante.


Qualcosa di Porta Codalunga dunque tornerà alla luce grazie ai lavori per la nuova mobilità. E stavolta l’automobile si farà da parte per lasciare un po’ di spazio alla storia.


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