Pp1, scatta il concordato C’è un’offerta da 25 milioni

Via libera del giudice alla richiesta presentata dalla società del Progetto E intanto si è fatta avanti una nuova cordata veneta per l’acquisizione
Di Cristina Genesin

Fallimento evitato e chiusura dei conti, oggi in rosso, con un concordato preventivo per la società Progetto Pp1, oggi in liquidazione, che s’era candidata ad essere l’artefice della più importante operazione immobiliare prevista a Padova. Un’operazione – nell’area dell’ex gasometro tra le vie Valeri e Trieste – bruciata dalla crisi ma, forse a breve, ripescata da una nuova cordata imprenditoriale, tutta veneta, pronta a mettere sul piatto un’offerta di quasi 25 milioni di euro per tradurla in realtà.

La procedura di concordato. Intanto il giudice padovano Caterina Zambotto ha ammesso al concordato preventivo Progetto Pp1, come era stato chiesto il 15 dicembre scorso dalla stessa società presieduta da Raffaele Schiavon dell'omonima famiglia di imprenditori mentre del consiglio di amministrazione fanno parte Giancarlo Pavin (padre di Massimo, già presidente degli Industriali padovani), Tiziano Nicolini ex presidente dell'Associazione costruttori-Ance di Padova, con gli imprenditori Angelo Marcon e Policarpo Gallo. E sempre il giudice Zambotto ha affidato l’incarico di commissario giudiziale al commercialista Riccardo Bonivento – dello studio Bonivento Zagarese & associati – che dovrà depositare nella cancelleria del tribunale una relazione tecnica sul piano di concordato proposto entro il termine di 10 giorni prima dell’assemblea dei creditori. Assemblea fissata per il prossimo 19 maggio e chiamata a votare il documento. Una volta approvato, il piano dovrà ottenere l’omologa del tribunale che provvederà ad accertare l’esito della votazione e il rispetto della regolarità della procedura prima di dar applicazione a quanto stabilito.Quindi procederà al soddisfacimento dei creditori secondo determinati criteri.

La proposta concordataria. Prevede la suddivisione dei creditori in varie categorie. Nell’ordine, la società Pp1 (che in base alla normativa sul concordato mantiene l’amministrazione dei beni sotto il controllo del commissario) dovrà saldare i creditori prededucibili (pagando le spese di procedura, quelle professionali e di funzionamento), poi i creditori privilegiati (dipendenti, professionisti, artigiani, debiti tributari e previdenziali); infine i creditori chirografari (cioè non privilegiati). Fra questi ultimi si distinguono tre categorie: al vertice c’è il Comune di Padova che vanta un credito di 12.712.773 euro (per la bonifica dell’area e altri lavori) di cui si prevede il pagamento pari al 99%; seguono i creditori della classe 2 (come la Cassa di Risparmio del Veneto) che reclamano 18.103.223 euro, di cui si prevede il saldo in misura pari al 52%; infine restano i creditori della classe 3, i soci che avevano finanziato Pp1, creditori per 482.228 euro. Per questi ultimi è previsto un “rientro” pari allo 0.0%: in pratica saranno soddisfatti se avanzeranno soldi in cassa. Il Comune ha sottoscritto una dichiarazione accettando il fatto che il suo debito sia preso in carico dalla società che si è candidata a comprare l’area, con l’impegno di “liberare” la società Pp1. Come sarà finanziato il debito? Con le risorse economiche provenienti dalla vendita dell’area ex gasometro, per la quale la proposta di acquisto è ferma al prezzo di 24.495.000 euro. Tutto sarà deciso dagli organi di procedura che, probabilmente, verificheranno prima eventuali altre (e più vantaggiose) offerte tramite un’asta pubblica. Così se saranno incassati più soldi, aumenterà la percentuale di credito che verrà soddisfatto. I tempi entro cui portare a compimento il concordato? Il novembre 2016.

Il vecchio progetto. Il cantiere avrebbe dovuto essere allestito a ridosso della sede dell’ex Antonveneta (oggi Monte dei Paschi). Avrebbe richiesto ben 140 milioni di euro d'investimento per un progetto architettonico di prim'ordine, con una torre di 28 piani alta 108 metri, firmato dall'archistar Boris Podrecca.

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