Procreazione assistita eterologa in autunno il centro regionale a Padova

L’Unità di Procreazione medicalmente assistita dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova si appresta a fare il salto di qualità e diventare centro di riferimento regionale aprendo la strada anche alla Pma eterologa, ovvero con ovociti o spermatozoi di donatore esterno alla coppia di genitori. Una pratica che è entrata a pieno titolo nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, e che la Regione Veneto ha deciso di affidare all’Azienda padovana. In autunno il nuovo centro, che troverà la sua nuova sede nell’attuale Chirurgia pediatrica, dovrebbe essere pronto a partire, con l’obiettivo di raddoppiare gli attuali trattamenti di ma, circa 200 l’anno, arrivando anche fino a 500.
il progetto
Si tratta di un progetto molto importante» rileva il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor, «e che avrà funzione regionale sia per la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa sia per la diagnosi preimpianto. Di fatto si tratta di strutture che devono rispondere ai requisiti richiesti dal Centro nazionale trapianti» sottolinea il dg, «quindi stiamo procedendo con i lavori di adeguamento. Stiamo assistendo a una crescente domanda anche da fuori regione e questo nuovo centro ci permetterà di dare risposta a molte più coppie. Ho autorizzato proprio in questi giorni uno studio all’estero di un nostro medico sulla fecondazione eterologa. E poi» conclude Flor, «c’è la parte dedicata alla preservazione della fertilità nei pazienti oncologici che ritengo importantissima, potendo dare la possibilità alle donne che hanno superato il tumore di affrontare una gravidanza in tutta sicurezza, per loro e per il bambino».
la fecondazione eterologa
La vera novità che offrirà il nuovo c entro per la Procreazione medicalmente assistita di Padova sarà la fecondazione eterologa, ovvero utilizzando ovociti o spermatozoi da donatore esterno alla coppia di genitori. Una pratica che in Italia è relativamente recente e che stanno iniziando a offrire altre regioni come Toscana, Trentino e Friuli Venezia Giulia. «La fecondazione eterologa» illustra la direttrice dell’Unità di Procreazione assistita Alessandra Andrisani, «viene proposta alla coppia quando il maschio o la femmina non hanno gameti, a causa di una malattia genetica o autoimmune. La gravidanza viene garantita utilizzando l’ovocita o lo spermatozoo presi dalla banca dei donatori». Questi ultimi potranno donare ovuli o liquido seminale in forma volontaria e gratuita: «Diversamente che all’estero dove le donazioni vengono pagate» conferma Andrisani, «in Italia non c’è mercificazione, vengono solo rimborsate le spese mediche. Ovviamente vengono effettuati degli studi per garantire la salute del gamete che viene pi utilizzato per la fecondazione in vitro o l’inseminazione artificiale. Il test genetico è alla base della Pma» rileva la dottoressa, «perché bisogna prevenire la fecondazione con gameti malati o portatori di malattie genetiche». Non c’è invece alcuna possibilità di scelta sulle caratteristiche fisiche del bambino: «Come in una gravidanza naturale, è il caso a decidere. Non c’è alcuna possibilità di scegliere il donatore o la donatrice che sono del tutto anonimi» assicura Andrisani, «l’unica garanzia è sulla salute del gamete».
i numeri
La sede del nuovo centro viene ricavata al primo piano dell’ex clinica ostetrica e sarà pronta tra ottobre e novembre: «Con la nuova struttura e l’eventuale adeguamento del personale dedicato» conclude Andrisani, avremo un potenziale di 500 trattamenti l’anno rispetto ai 200 di oggi in un centro di cura dell’infertilità a 360 gradi». —
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