Alberto Piovan nominato Cavaliere al Merito: l’omaggio degli studenti al prof che insegna con il cuore
Un gruppo di ex studenti del liceo Maria Ausiliatrice di Padova ha ottenuto per il prof Alberto Piovan l'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica

Docente, amico, confidente. Ma soprattutto, un insegnante capace di formare i futuri cittadini, di trasmettere i principi dell’essere comunità, di infondere i valori dell’Unione Europea.
Ci sono tanti modi per riconoscere i meriti a un professore che, in cinque anni, ha preso per mano una classe portandola alla maturità: una cena in compagnia, un orologio, un libro, vuoi anche solo una lettera riconoscente. Gli studenti del prof Alberto Piovan, 38 anni di Rubano, hanno scelto forse quello meno scontato, ma – proprio per la natura del rapporto coltivato in aula – certamente il più maturo. Hanno scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al prefetto di Padova, chiedendo che all’insegnante venisse attribuita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica.
Missione professore
Due anni dopo da quell’idea, nata quasi per gioco a poche ore dalla festa di Natale dell’istituto Maria Ausiliatrice, Alberto ha ricevuto la lettera della Prefettura che gli comunicava il riconoscimento.
«Ho aperto quella lettera quasi come un artificiere maneggia un possibile pacco bomba, tanto la sentivo delicata e importante», ironizza oggi il docente, non si sa se più orgoglioso e commosso.
Ma prima un passo indietro: a raccontare lo straordinario gesto di riconoscenza e stima sono Edoardo Ercolin, Sofia Salmistraro Pasqualin e Tommaso Porro, portavoce della classe del Liceo Maria Ausiliatrice di Padova, corso di scienze umane con opzione economico sociale, che il prof Piovan ha preso in carico nell’anno 2018-2019 e che ha portato alla maturità nel 2023. «Erano i giorni della festa di Natale del 2022», raccontano i tre ex allievi, «e stavamo pensando a come aggiungere spessore a un momento così importante, il primo vero evento d’istituto dopo il Covid, e soprattutto all’imminente fine di un percorso con il nostro insegnante».
Docente di diritto ed economia politica, capace di andare oltre libri e dispense: «Ha lavorato per far maturare in noi una coscienza europeista, l’idea di un futuro con un continente unito, la forza di poterlo testimoniare anche fuori dalla scuola», continuano Edoardo, Sofia e Tommaso. «Lo ha fatto anche con azioni molto concrete: tra le altre cose, la nostra è stata una delle prima scuole ambasciatrici al Parlamento Europeo».
In quella festa natalizia gli studenti di Piovan hanno pubblicamente annunciato la volontà di candidare il docente all’onorificenza, poi è scattata la parte più difficile, la mobilitazione per rendere reale il proposito: una lettera dei proponenti con indicato il merito del professore, una della direttrice suor Mafalda Diana, quindi quella del presidente Giovanni Aliberti.
La nomina
Nel plico destinato alla Presidenza della Repubblica e alla Prefettura di Padova è stata inserita anche una lettera di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. Nel marzo successivo Piovan è stato convocato dai carabinieri, per una sorta di “scrematura” finale («mi hanno chiesto se avevo salvato qualcuno o compiuto qualche atto eroico, ho risposto che ero solo un insegnante che faceva con passione il proprio lavoro», ricorda lui), quindi lo scorso 27 dicembre Mattarella ha concesso l’onorificenza, e il passaggio è diventato formale con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
La lettera che annunciava il riconoscimento è arrivata al docente due settimane fa: «Era indirizzata al Cavaliere Professor Piovan, sono quasi svenuto», racconta l’insegnante. Il prossimo 2 giugno l’onorificenza verrà consegnata ufficialmente al 38enne in piazza dei Signori.
I più soddisfatti, manco a dirlo, sono i suoi studenti: «C’è un aspetto umano in cui abbiamo creduto: il professor Piovan è sempre stato un punto di riferimento, un amico, un uomo capace di ascoltare. Il giardino del liceo, ormai, era l’aula delle consultazioni, dove passeggiare con lui, confidarsi, ricevere consigli. In una classe molto conflittuale, lui è sempre stato il punto di equilibrio».
Questione di crescita personale
Ma la riflessione sale, e la scelta di appellarsi alle istituzioni conferma il vero merito del docente: «Sono stati cinque anni fondamentali per la nostra crescita», continua il terzetto, a nome anche degli altri venti e più compagni, «siamo troppo spesso abituati a ricevere contenuti in maniera poco appassionata e poco appassionante, mentre lui ha sempre saputo trasmetterci impegno e passione. Abbiamo approfondito la nostra cittadinanza, l’idea di democrazia, il senso della costruzione di un orizzonte europeo».
«È stato un regalo enorme, un orgoglio indescrivibile, e non solo per il valore dell’onorificenza, ma perché arriva da un gruppo con cui ho condiviso un percorso importante», le parole del docente, colme di riconoscenza.
«Don Bosco diceva che una delle cose fondamentali è costruire buoni cristiani e onesti cittadini: questa è la massima che dovrebbe guidare ogni docente».
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