Profughi nella caserma dell’aeroporto Allegri

PADOVA. I profughi all’aeroporto Allegri, negli spazi occupati fino al 2009 dal comando della 1ª Brigata Aerea. Dopo le strutture gestite dalle cooperative, dopo gli alberghi e le abitazioni private, è questa la nuova soluzione individuata con uno studio congiunto tra Ministero dell’Interno e Ministero della Difesa. Il primo incontro per questa trattativa è stato ieri in prefettura. Da un lato il prefetto di Padova Patrizia Impresa, dall’altro il colonnello Giovanni Vicinanza, comandante del Secondo reparto manutenzioni missili di Padova che ha la competenza sull’Allegri. «Ci servono caserme ancora in uso perché è indispensabile l’agibilità. È in corso un’attenta ricognizione», ha detto il prefetto Impresa a margine della festa della Guardia di finanza.
L’obiettivo è l’Allegri
Il ministero ha dettato le linee guida per individuare i siti in tutte le province d’Italia. Le indicazioni da seguire sono le seguenti: devono essere strutture ancora attive e quindi agibili e non devono essere ubicate nei centri cittadini. Dunque, tanto per fare un esempio, la caserma Piave non è una soluzione percorribile. Dallo screening fatto dalla prefettura, l’aeroporto Allegri è stato individuato come la struttura più idonea per ospitare i migranti destinati a Padova. L’area in cui verrebbero sistemati è quella in cui fino al 31 ottobre 2009 si trovava il comando della 1ª Brigata Aerea dell’Aeronautica: uno spazio vasto, in cui attualmente ci sono circa cinquecento tra civili e militari. Tuttavia può consentire una capienza di circa duemila persone, come accadeva ai tempi del servizio di leva. Inutile dire che in quest’ala dell’aeroporto gli spazi per l’accoglienza ci sono eccome. Tutte le stanze un tempo usate dai militari in servizio potrebbero essere destinate ai migranti.
Il prefetto Impresa
«In questi ultimi giorni gli arrivi sono aumentati in modo considerevole e anche la loro frequenza» ammette il prefetto Patrizia Impresa. «Noi come Prefettura abbiamo il compito di dare comunque una risposta dignitosa a queste persone, anche in considerazione del fatto che molti di questi si fermano solo pochi giorni perché poi continuano il loro percorso altrove». Il prefetto non nega le difficoltà riscontrate per sistemare tutti i nuovi arrivi. «Noi continuiamo ad accoglierli attraverso la rete di sostegno delle cooperative, però devo dire che rispetto alle proiezioni future ci stiamo muovendo con soluzioni ulteriori e diverse. Faremo nuove ricognizioni sulle caserme ma non quelle dismesse, quelle ancora in uso. È indispensabile avere un piano di agibilità. Dobbiamo trovare spazi adeguati per l’accoglienza». Per quel che riguarda la netta contrapposizione del sindaco Massimo Bitonci, la risposta è netta: «Con il sindaco ho un dialogo continuo. Lui ha posizioni ben precise in merito all’accoglienza ma abbiamo ruoli diversi. Io non sono un politico».
Incontro con l’Aeronautica
Il prefetto Impresa e i vertici dell’Aeronautica si sono trovati per il primo faccia a faccia ieri alle 12 ma l’incontro si è concluso con un nulla di fatto. Le parti in gioco non hanno trovato un accordo. Resta da capire se la trattativa continua o se invece si cercheranno altre soluzioni tra città e provincia.
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