Pulire gli argini dei canali ora fa rima con integrazione

Con il progetto della Gallani vengono impiegati 12 profughi africani per 6 mesi L’intervento manuale è più efficace delle macchine: lo certifica l’Università
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PULIZIA ARGINI AMISSI DEL PIOVEGO E COOP PIOVEGO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PULIZIA ARGINI AMISSI DEL PIOVEGO E COOP PIOVEGO

Pulire gli argini dalla riva, navigando su barche, non è la stessa cosa che usare le macchine dalla terra ferma. Prima di tutto è più efficace e a dirlo è l’Università, leggi il dipartimento di Ingegneria industriale; poi è più economico e fa bene all’ambiente. Inoltre impegna dodici giovani africani che hanno bisogno di protezione umanitaria e che potranno vantare competenze da “spendere” sul mercato del lavoro. «Da quando ho imparato a usare il decespugliatore», racconta uno dei ragazzi, «sto facendo anche il giardiniere per le case private».

la triangolazione dell’assessora

Dunque si genera lavoro e così la triangolazione, come la definisce l’assessora Chiara Gallani, è completa: lavoro, ambiente e integrazione. Si tratta del progetto di pulizia del Piovego e degli altri canali cittadini lanciato dalla Gallani, accolto dalla Cooperativa Piovego, coordinatore Karim Hoceine e braccio destro Dario Smania; reso possibile dalle barche degli Amissi del Piovego con il presidente Alessandro Campioni e monitorato dall’Università, con il prof Luca Palmieri e il ricercatore Alberto Barausse del dipartimento di Ingegneria industriale.

Come funziona

«Gli operatori», spiega l’assessora, «sono impiegati grazie a borse lavoro di 500 euro al mese per 5 giorni a settimana, 5 ore al giorno, per sei mesi; sono stati scelti grazie al Centro per l’istruzione provinciale. Il loro lavoro è la manutenzione ordinaria degli argini che, di questi tempi, diventa una necessità: sia per rispondere all’emergenza creata dai grandi temporali della scorsa estate; sia perché il clima sta cambiando velocemente e le ramaglie aumentano a vista d’occhio, impedendo la crescita dell’erba in favore di infestanti».

lotta agli infestanti

«Capaci di uccidere gli alberi avvolgendone il tronco», continua Smania. «È già accaduto sotto il ponte di Ognissanti: due pioppi sono morti a causa degli infestanti che vanno eliminati manualmente. Adesso abbiamo già individuato un terzo albero a rischio». Quindi i sacchi di ramaglie, piccoli e grandi tronchi caduti, vengono recuperati da AcegasApsAmga. «Il lavoro manuale», sottolinea Barausse, «minimizza l’impatto rispettando l’ambiente: mantiene l’interfaccia tra canale e terra e non sfascia un piccolo ecosistema per anfibi, vermicelli, insetti. In più è un deterrente a comportamenti devianti». Un aspetto per nulla secondario se misurato con i ringraziamenti delle persone alla vista delle barche. Ieri mattina, in un giro di perlustrazione, per vedere gli effetti dell’intervento, accanto al ringraziamento delle persone perseverano alcune sacche di degrado: alla banchina dell’ex gasometro due giovani con la siringa nel braccio si nascondono come possono e, sull’ultimo tratto di argine che costeggia gli istituti universitari, da mesi c’è una piccola baraccopoli di disperati che alimenta insicurezza e sporcizia.

Elvira Scigliano

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