Recisa un’arteria del collo l’operaio è morto sul colpo
È l’esito dell’autopsia sul 48enne trafitto da una scheggia “sparata” dalla pressa Lunedì la camera ardente nell’obitorio di Camposampiero, poi la tumulazione

SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. La scheggia impazzita è penetrata attraverso la base del collo e poi ha reciso l’arteria succlavia. Morte quasi istantanea per Gezim Haka, il 48enne operaio di origine albanese, colpito da quel “proiettile” mentre stava lavorando a una pressa all’interno dello stabilimento dell’impresa Unicka srl, 12 mila metri quadrati a San Giorgio delle Pertiche in via Europa.
La succlavia è la principale arteria del torace che fornisce il sangue alla testa e agli arti superiori: l’incidente ha provocato un’enorme e inarrestabile emorragia mortale. È quanto emerso dall’autopsia eseguita nell’obitorio dell’ospedale di Camposampiero dal dottor Claudio Terranova dell’Istituto di medicina legale di Padova.
La relazione conclusiva sull’esame autoptico sarà consegnata al magistrato entro i primi giorni di ottobre. L’esperto era stato incaricato dal pubblico ministero padovano Cristina Gava che ha aperto un’inchiesta. Nel registro degli indagati sono finiti il titolare dell’azienda Unicka S.B. (difeso dal penalista Gianni Morrone) e il responsabile della sicurezza M.F. (assistito dall’avvocato Giovanni Scudier). L’ipotesi di reato contestata è l’omicidio colposo e la violazione di una serie di norme in materia di sicurezza sul lavoro. Anche la famiglia dello sfortunato operaio si è affidata a un legale, l’avvocato Giorgio Caldera del foro di Venezia, e ha incaricato come consulente medico legale il dottor Gianni Barbut.
Lunedì scorso intorno alle 11 Gezim Haka, da 17 anni dipendente della ditta metalmeccanica, stava utilizzando la pressa per realizzare uno stampo, quando all’improvviso si è staccata la scheggia che si è conficcata nel collo davanti ai colleghi attoniti. Inutili sono stati i soccorsi.
Haka era arrivato in Italia a bordo di un gommone: un viaggio della speranza che sembrava finito bene con un contratto di lavoro stabile tanto che la moglie Susanna, 43 anni, e due figlie di 19 e 15 anni, avevano raggiunto il congiunto.
La famiglia si era stabilita nella frazione di Arsego, in via Margarise. Intanto ieri la procura ha concesso il nullaosta per la sepoltura.
Per lunedì, dalle 10 alle 17, sarà aperta la camera ardente nell’obitorio di Camposampiero; poi la salma sarà tumulata alle ore 17.30 nel cimitero di Arsego il paese che aveva accolto Gezim e i suoi cari.
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