«Regalo il mio negozio Caleidos a condizione di non farne un bar»

PADOVA. «Regalo Caleidos a chi si impegna a non aprire un bar»: l'aveva scritto per provocazione ma neanche troppo, su un cartello appeso alla porta del suo negozio in piazza Capitaniato 12. Non perché ce l'avesse con i baristi ma «perché il centro storico non può diventare solo un'enorme offerta di food & drink con poco altro attorno». E tanti sono entrati a darle solidarietà, comunicarle simpatia e sintonia. Non è servito.
Prima di deciderne la chiusura, Mariapia Bizzaro, sessantenne, donna di spessa cultura con la quale ha reso speciale il suo fare commercio, ha fatto di tutto per cercare di “salvare” l'attività, ma alla sua offerta di cessione hanno risposto solo persone interessate ad aprire bar o enoteche. Così ha pensato addirittura di regalare Caleidos, luogo d'elezione per stampe d'arte moderna e oggettistica di design. Manco questo è servito. E il 30 giugno, dopo un mese di svendite per realizzare il realizzabile, serranda giù. The end. Il tam tam è partito e in negozio è una processione continua di persone che vanno a pregarla di non chiudere, di resistere. Ma.
«È dal 2008 che si registra un calo lento e progressivo delle entrate. Ho tenuto duro sperando che le cose migliorassero, invece prima ho dovuto licenziare la mia dipendente, che era qui dal 1988, e ora licenzio me stessa», racconta Mariapia.
Attività commerciale da 34 anni, Caleidos, ma anche un luogo del cuore per molti padovani. Aprì il 7 giugno del 1980 in via San Francesco; nel 1984 traslocò in via Santa Lucia e nel 1988 arrivò in piazza Capitaniato. Dal 1990 al 1997 si sdoppiò: quando Mariapia Bizzaro iniziò a sperimentare l'oggettistica, decise di spostare quest'ultima in un negozio in corso Umberto I, lasciando i poster d'arte in piazza Capitaniato. Le case di mezza città hanno ai muri un quadro, una riproduzione d'arte, una rara locandina di qualche mostra d'arte oppure un manifesto di film comperato o avuto in regalo, proveniente da Caleidos.
Da quando, nel 1980, Mariapia Bizzaro colse al volo una moda montante e con i suoi espositori stipati di nobili poster aprì una strada. E un gusto. «In realtà mi dispiace più per Padova che per me», continua la titolare. E racconta che ha cercato anche di regalarlo, Caleidos «ma neppure questo è servito. Manca il ricambio generazionale. Per un'attività che ha come punto di forza l'innovazione, le novità, le modernità, le nuove frontiere dell'arte e del design, ci vorrebbero dei giovani ricchi di idee e di energie. Noi siamo ormai obsoleti». Punto e chiuso, letteralmente.
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