Rientra l’allarme diossina dopo il rogo di Rossano

CITTADELLA. Respiro di sollievo, i primi dati delle analisi hanno escluso che l’incendio che otto giorni fa ha distrutto il reparto ecologico della ditta “Fiorese combustibili” di Rossano Veneto abbia rilasciato sostanze inquinanti. I valori non lasciano infatti adito ad alcun tipo di allarme diossina. Fin dalle prime ore del disastro gli amministratori locali hanno mantenuto costanti contatti con i tecnici dell’Arpav, i quali nelle scorse ore hanno concluso le analisi ambientali per misurare i livelli di inquinamento. Se quello della falda è stato immediatamente scongiurato dagli impianti di purificazione delle acque nere installati dalla ditta in tutti i reparti dello stabilimento, restavano dubbi sul possibile inquinamento dell’aria, invasa per alcune ore da una nube nera che ha coperto il cielo e i cui odori acri si sono sentiti a decine di chilometri di distanza. Il cielo nero, una nube inquietante alta decine di metri e la paura di intossicarsi: decisamente un risveglio traumatico quello vissuto nell'Alta Padovana, con i cittadini allertati - qualcuno era pure corso ad acquistare maschere antifumo - e i sindaci ad invitare alla calma. Una situazione complicata, i video e le foto angoscianti diventate presto virali nel web, al punto che un paio di partite delle categorie giovanili a Mottinello di Galliera Veneta erano state rinviate. Polizia locale e Protezione civile, con il megafono, avevano suggerito di rimanere in casa e non aprire le finestre. Il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, e i colleghi di San Martino di Lupari, Gerry Boratto, e di Galliera, Stefano Bonaldo, dopo le prime verifiche avevano diffuso una comunicazione cercando di rasserenare i cittadini. Le analisi dell’Arpav hanno confermato: nessun rischio diossina. È ovvio che la notizia è rassicurante per i residenti. Nell’aria nelle ore successive si percepiva l’odore di bruciato che però pare assolutamente innocuo per l’uomo.
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