Rifiuti tossici nei capannoni di via Corsica

Stoccate e abbandonate 350 tonnellate di scorie nell’area ex Ccv, la Carburanti e Combustibili Valmasoni fallita 5 anni fa



Bomba ecologica in via Corsica. Da 5 anni, dopo il fallimento, nell’area dell’ex Ccv srl (Carburanti e Combustibili Valmasoni), sono stipate 350 tonnellate di rifiuti solidi e liquidi anche pericolosi: se rimangono ancora così rischiano di fuoriuscire e inquinare il suolo e le falde. E per bonificare l’area ci vorranno centinaia di migliaia di euro.

Pare che al momento sia tutto sotto controllo, ma il potenziale inquinante è notevole e finora nessuno se n’è mai preoccupato. Eppure è proprio in centro, alle porte del viale delle Magnolie e del complesso architettonico di piazza Camerini e villa Contarini.

L’area dell’ex azienda di carburanti è enorme e comprende 2 capannoni dove si trovano le montagne di rifiuti che il comune ora dovrà smaltire. La ditta si occupava di recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi derivanti da autodemolizione o acquisti da altre ditte. Il 24 aprile del 2014 la Ccv srl, che aveva sede a Piazzola in via Corsica 66 e a Campodoro in via Lissaro 25, è stata posta sotto sequestro e l’anno successivo ha dichiarato fallimento.

Nel frattempo è morto anche il titolare Guido Valmasoni, è stato nominato un curatore fallimentare e attualmente è ancora in corso il procedimento penale a carico della ditta, procedimento nel quale il Comune di Piazzola, nel 2017, con l’amministrazione Zin, si è costituito parte civile affidando l’incarico all’avvocato Michele Camolese.

Dal momento che la ditta è fallita, scatta l’obbligo per il comune dello smaltimento. Una bella mazzata, che la nuova amministrazione si è trovata ora tra capo e collo. «Abbiamo cercato di ricostruire la vicenda di questa impresa con l’ufficio tecnico», spiega l’assessore all’ambiente Igor Callegari. «Dai verbali e sopralluoghi effettuati in occasione del sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato di Mestre e successivamente anche da parte della Provincia di Padova, Arpav e Comune di Piazzola, risulta che nei capannoni sono stipati rifiuti solidi e liquidi, posti in fusti, cisternette, big bag o altri contenitori. I contaminanti sono numerosi, molti dei quali pericolosi. Data la situazione di fallimento, l’Amministrazione comunale è chiamata, dalla normativa in materia ambientale, a intervenire per provvedere allo smaltimento e alla bonifica dell’area. È stato affidato un incarico a una ditta specializzata perché rediga un programma di analisi e del successivo smaltimento dei rifiuti presenti. La stima dei costi complessiva si aggira sui 210.000 euro, in parte coperti dalla polizza escussa dalla Provincia (106.000 euro). Dall’estate scorsa l’Amministrazione comunale è in contatto diretto sia con Provincia che Arpav per coordinare tutti i procedimenti e le azioni necessarie al fine di concludere positivamente e nel più breve tempo possibile questa spiacevole situazione. In settembre, ci siamo inoltre attivati facendo richiesta di contributo regionale (bando della Dgr 1234 in data 20 agosto 2019), richiamando la priorità dell’intervento. Il contributo sarà di circa 80.000 euro. La differenza tocca al comune», conclude l’assessore all’ambiente, «e le spese sostenute saranno poi eventualmente compensate con l’acquisizione gratuita di uno dei capannoni presenti, una volta conclusi positivamente tutto lo smaltimento dei rifiuti nonché la bonifica dell’intera area». —



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