Risarcimenti alluvioni Ora decide il Tribunale delle acque di Roma
SELVAZZANO
Approda al Tribunale Superiore delle acque pubbliche di Roma presso la Corte di Cassazione, la richiesta di ristoro dei danni dell’alluvione di inizio febbraio 2014 di alcuni residenti nei comuni di Selvazzano e Rubano. La causa, promossa tramite l’avvocato Marco Destro dello studio legale Ivone Cacciavillani di Stra, non aveva trovato riscontro davanti al Tribunale delle acque pubbliche di Venezia che con la sentenza del 24 aprile scorso aveva dichiarato la propria incompetenza sulla materia respingendo le richieste dei ricorrenti e ponendo a carico di quest’ultimi anche le spese di Ctu. L’appello al Tribunale Superiore «per non lasciare i responsabili impuniti dei danni così gravi arrecati alla cittadinanza», aveva preannunciato in aprile l’avvocato Marco Destro del Comitato Salvaguardia del Territorio, costringe il comune di Selvazzano a costituirsi davanti al giudice romano per tutelare le ragioni dell’Ente che ha sempre dichiarato che quello di fine gennaio/inizio febbraio 2014 è stato un evento eccezionale. Nella seduta di giunta del 19 settembre scorso il comune ha incaricato della difesa l’avvocato Fulvio Lorigiola del Foro di Padova che ha facoltà di individuare come domiciliatario nella capitale il collega Luigi Manzi. Il costo preventivato a carico del comune è di 12.846 euro.Intanto sembra che dopo il pronunciamento del Tribunale delle acque pubbliche regionale molti ricorrenti si siano sfilati a abbiano rinunciato a proseguire con la causa. Per il legale dei ricorrenti Destro «la sentenza del 24 aprile aveva accertato la grave imperizia dei comuni di Selvazzano e Rubano e del consorzio di Bonifica, ma contemporaneamente aveva deciso di non decidere, rimettendo la questione al Tribunale di Padova per i due Comuni e affermando che non è possibile prendere posizione nei confronti del Consorzio perché i dati scientifici non sono quantificabili». «Sentenze di questo tipo» aveva concluso Destro, «fanno solo aumentare la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e legittimano gli amministratori incompetenti». —
G.B.
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