Rischia di morire soffocato al matrimonio di suo figlio

Un boccone di tagliata di puledro s’incastra in gola, non respira più. Per fortuna al party c'era un giovane infermiere che lo salva in extremis, praticandogli una manovra da manuale

CAMPOSAMPIERO. «Sono vivo solo grazie a Sebastiano». È ancora emozionato Carlo Marcato, 65 anni, infermiere dell’Usl 15 in pensione dopo 40 anni di servizio, raccontando ciò che gli è accaduto sabato sera, durante il banchetto nuziale del figlio Gabriele. «Era stata servita in tavola la tagliata di puledro; ho ingoiato un boccone di dimensioni normali e la carne mi si è incastrata in gola», ricorda ancora scosso. «Non riuscivo a respirare, mi sono alzato e ho cercato di liberare la gola prima con un dito, poi premendo sotto le costole: niente, il boccone non si muoveva».

In pochi attimi, la situazione diventa drammatica: la sorella Rosa cerca di soccorrere Carlo, la figlia Chiara urla disperata, la moglie Anna Parolin, uscita un momento in giardino, accorre terrorizzata: il pensionato è cianotico. Per sua fortuna, tra gli invitati al matrimonio c’è il 23enne Sebastiano Marconato, laureatosi a maggio in Scienze infermieristiche a Padova. Il giovane infermiere professionale urla ai soccorritori di tenere Marcato in piedi; mentre i nipoti Andrea e Loris sorreggono lo zio, che pesa oltre 90 chili ed è ormai svenuto, Marconato lo stringe da dietro ed esegue una “manovra di Heimlich” da manuale, assestando un colpo secco sotto il costato dell’uomo e piegandolo in avanti. In un attimo, il boccone di carne esce dalla bocca di Marcato, che improvvisamente riprende colore e torna a respirare. Nella foto, Sebastiano Marconato che canta nella band "Poeth".

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«Mi sono subito ripreso e ho visto attorno a me i parenti disperati, con le mani sulla testa che piangevano. Non mi sono reso conto subito del perché, poi ho capito e ho abbracciato fortissimo Sebastiano, che mi ha salvato la vita», ricorda l’ex infermiere, che sabato sera era al ristorante “Le Querce” di Ponzano (Tv) insieme a 190 invitati per festeggiare il matrimonio del figlio Gabriele con Sandra Marconato, celebrato in mattinata nella chiesa di San Pietro a Camposampiero.

«Tutto era andato benissimo, poi quello che mi è successo è stato terribile. Ho pianto e non ho dormito per due notti pensando a ciò che mio figlio e sua moglie avrebbero ricordato del loro matrimonio se mi fossi soffocato. Un ex collega del Pronto soccorso mi ha detto che avevo 4 minuti per non subire danni al cervello. Il 118 era stato allertato, ma non ci sarebbe stato il tempo per salvarmi: senza l’intervento provvidenziale di Sebastiano sarei morto». Marconato, che abita con i genitori Angelo e Ornella e i fratelli in via Corso 83, lavora a tempo determinato come infermiere alla “Casa gialla” dell’Usl 15 in via Cao del Mondo. «Ma sto anche studiando per alcuni concorsi», precisa. «È stata la prima volta che ho eseguito questa manovra di soccorso; appena mi sono accorto delle condizioni di Marcato non ho avuto dubbi e sono intervenuto liberandogli la trachea», racconta come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Mi ha fatto grande piacere vedere Carlo Marcato che concludeva serenamente la festa per il figlio, mangiando il dolce nuziale senza nessun problema». «Alla fine», rivela Anna, la moglie di Marcato, «ci siamo concessi anche un ballo per sciogliere la tensione».

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