Russi non amano più le Terme di Abano: meno di mille arrivi per il Natale e il Capodanno ortodosso
Il Covid e il conflitto con l’Ucraina ha ridotto sensibilmente presenze e arrivi.
Federalberghi: «Il mercato va riconquistato, incideva molto nei bilanci di chi fa turismo»

C’erano una volta le Terme di Abano che si riempivano per il Natale e il Capodanno ortodosso russo. Ora, prima a causa del Covid e poi del conflitto Russia-Ucraina, le cose sono decisamente cambiate. Il mercato turistico russo, che era diventato il quarto straniero di riferimento, è stato praticamente azzerato.
Il 7 gennaio i russi hanno festeggiato il Natale ortodosso, mentre martedì 14 gennaio, sarà la volta delle feste di Capodanno. Qualche russo però si affaccia comunque ancora sulle Terme Euganee. In questo caso si parla di cittadini che non abitano più in Russia e che hanno quindi residenza altrove.
Federalberghi stima che fino al Capodanno ci saranno un migliaio di presenze russe negli hotel termali.
Calo netto dei turisti russi
«Negli anni buoni, quindi il 2019 e i precedenti, si poteva parlare di un ordine di grandezza di circa 6 mila presenze», racconta Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Veneto. «Stiamo quindi affrontando un calo netto, che si ripercuote poi anche nell’analisi complessiva dei dati turistici».
Gino Buja, titolare dell’Hotel Bristol Buja di Abano, conferma: «I turisti russi che provengono da quel paese sono praticamente inesistenti. Se si sono azzerati i russi residenti in Russia, qualcuno che ha il doppio passaporto e che abita all’estero c’è, ma stiamo parlando di una decina di clienti al giorno, non di più, nel nostro hotel».
I dati sui flussi turistici dal 2019 ad oggi sono impietosi. I numeri parziali relativi ai primi 10 mesi del 2024 parlano di 21 mila presenze e 3.800 arrivi, più o meno in linea con il 2023.
Per capire bene il tracollo basta guardare i dati relativi al 2019, quando le presenze sono state 121.827 e gli arrivi 20.380.
Dal 2020, con lo scoppio del Covid, la caduta libera. Nel 2020 ci sono state 24.760 presenze e 3.821 arrivi. L’anno dopo il minimo storico: 7.762 presenze e 1.667 arrivi. Nel 2022 una leggera ripresa: 15.724 presenze e 2.926 arrivi.
Nel 2023 il dato migliore del quinquennio: 24.658 presenze e 4.455 arrivi.
«Sperando che le varie guerre finiscano, ci auguriamo di riuscire a recuperare quella clientela tuttora mancante», dice ancora Gottardo. «È un mercato che va riconquistato e che incideva non di poco sia sui dati, che sui fatturati. Intanto stiamo cercando di sopperire puntando anche ad approfondire mercati finora poco battuti, come quello polacco per esempio, anche in vista del Giubileo in corso in questo 2025».
Pausa invernale
Intanto, dal 7 gennaio, dopo le festività natalizie, ha iniziato a chiudere per la pausa invernale gran parte delle strutture alberghiere. Del centinaio di hotel, solo 25 sono rimasti aperti, quindi attorno al 30%.
«Da fine gennaio un po’ alla volta riapriranno. Dopo la fiammata di aperture invernali nel post Covid, la situazione si è normalizzata, anche se certamente registriamo qualche apertura in più rispetto al 2019», conclude Gottardo. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova