Saccol re dello “Zecchino” «I bambini giudici terribili»

TREVISO. È il trevigiano Lodovico Saccol, 49 anni, sposato, due figlie, il compositore di “Prendi un’emozione”, la canzone vincitrice dell’ultima edizione di “Lo Zecchino d’Oro”, interpretata degnamente dalla messinese Greta Cacciolo, 8 anni.
Per l’autore veneto si tratta della terza vittoria allo storico festival, visto che era già arrivato primo nell’edizione del 2008 con “Le piccole cose belle” e in quella del 2010 con “Il contadino”. Un risultato ancora più importante se si pensa che il musicista ha partecipato solo quattro volte allo “Zecchino”.
Come è nata “Prendi un’emozione”?
«È una canzone che avevo scritto nel 2011 e mandato più volte alle selezioni che finalmente ha passato quest’anno. Dal punto di vista musicale si tratta di un brano rock melodico un po’ alla Hannah Montana. Il testo, invece, mi è stato ispirato dal fatto che mia moglie, che è maestra elementare, ogni anno fa un progetto didattico dedicato ai bambini per farli riflettere sul come affrontare le emozioni e non esserne travolti. Mi sono reso conto che allo “Zecchino” non era ancora stato affrontato l’argomento, quindi, anche se in passato era stato scartato, ho pensato di presentarlo nuovamente. La mia insistenza è stata premiata».
Cosa significa scrivere canzoni per i bambini?
«È più difficile che comporre per gli adulti. Ci sono difficoltà tecniche perché bisogna comporre delle melodie che stiano dentro un’ottava perché quella è l’estensione vocale di un piccolo cantante. Inoltre, il testo deve contenere parole semplici che i bambini riescano a pronunciare senza difficoltà. Le liriche devono essere semplici ma mai banali perché la direzione dello “Zecchino” ci chiede di esprimere dei concetti che siano importanti per i bambini».
Cosa ha imparato in anni di canzoni per l’infanzia?
«I bambini sono dei giudici terribili, a loro una canzone o piace e non piace, non ci sono vie di mezzo. Col tempo ho capito che i pezzi che mi sono venuti facilmente, sono quelli che poi sono piaciuti. Quando, invece, perdi tanto tempo su un brano, facendo diverse modifiche, alla fine non funziona».
Lei ha vinto tre edizioni dello “Zecchino”, un risultato importante, per un’iniziativa che ha visto autori di peso.
«Sono molto onorato. Mi viene la pelle d’oca a pensare che in passato hanno partecipato, come autori, Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Ivano Fossati e nell’ultima edizione Frankie Hi-Nrg».
Lo “Zecchino” continua ad essere molto diverso dai talent dedicati all’infanzia.
«Lo “Zecchino” rispetta i bambini sotto tutti i punti di vista. Per prima cosa, vincono le canzoni non i bambini e questo è importante per evitare di creare un senso di esagerata competitività. Poi, a me dà fastidio sentire un bambino che canta “Perdere l’amore” perché non ha un testo da adulti. I testi delle canzoni dello “Zecchino” rispettano nel linguaggio e nei contenuti i bambini».
Lei ha studiato violino ma come è arrivato alla canzone per bambini?
«Ho cominciato con la musica classica poi sono passato al jazz e alla fusion. Quando le mie figlie erano piccole, cantavano alcune canzoni dello “Zecchino” con il coro Incanto di Ponzano. La direttrice del coro mi ha chiesto di fare delle basi e allora mi sono reso conto di quanto belli fossero alcuni pezzi e mi è venuta voglia di cimentarmi».
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