Salta la convenzione La Palude di Onara chiusa ai visitatori

Zorzo all’attacco: «Volontari abbandonati dalla giunta» Il sindaco: «Regole da rispettare, dobbiamo fare una gara»



Chiusa, non può entrare nessuno: la Palude di Onara è off limits. «Comunichiamo che il Parco Palude di Onara è chiuso»: questa la scritta che da qualche giorno compare all’ingresso di una delle oasi naturalistiche simbolo dell’Alta Padovana. Un “non si entra” spiegato esplicitamente: «Mancato rinnovo della convenzione con l’amministrazione comunale». I toni del cartello sono perentori: se una persona dovesse trovare il passo carraio aperto, si tratterebbe solo di una coincidenza, legata alle esigenze di manutenzione, e quindi si rischia di rimanere “chiusi dentro”. Una situazione che ha sollevato le durissime critiche dell’ex primo cittadino Franco Zorzo, alla guida della giunta per un decennio, dal 2004 al 2014. Il suo successore, Cristian Andretta, però invoca la legge: «Dobbiamo rispettare le regole e andare in gara».

Il clima tra gli schieramenti a Tombolo non è mai stato idilliaco, ma in questa vicenda è pesante l’attacco del consigliere di opposizione per «la chiusura della nostra oasi naturalistica» su cui la giunta Zorzo aveva investito tante risorse, realizzando quattro stralci e un nuovo ingresso, nonché sale di accoglienza». Nel mirino c’è la gestione dell’area «lasciata completamente sulle spalle dell’associazione del Parco negli ultimi cinque anni senza fare alcun investimento e senza alcun supporto. Non si capisce perché l’amministrazione non sia stata in grado di rinnovare la convenzione all’attuale associazione, da tutti i cittadini apprezzata, o perché non abbia effettuato per tempo un bando per affidare l’incarico, prima che scadesse. Non ci sono più scuse per dire di non conoscere le leggi, gli assessori non sanno che indirizzi impartire ai responsabili degli uffici. Già da molti giorni», insiste, «il Parco è chiuso e abbandonato a se stesso con ingressi abusivi che avvengono senza più alcun controllo e con uno stato di abbandono pesante e pericoloso». Andretta spiega le sue ragioni: «Il Comune è obbligato, visto che si tratta di un parco di interesse regionale, ad andare in gara per la gestione; l’anno scorso siamo andati in deroga, ma quest’anno obbligatoriamente dobbiamo intraprendere il percorso previsto dalla legge». Ci sono stati ritardi? «Non è facile reperire aziende, associazioni o comitati che abbiano competenze in un ambito così specifico», spiega l’amministratore. Il quadro attuale: «La manifestazione d’interesse è già scaduta e si sono presentati tre soggetti: a loro verrà mandato un capitolato di gara e ognuno presenterà la sua offerta. La gara sarà espletata entro la fine dell’anno, si è deciso di sviluppare la procedura in questo periodo perché di fatto è un momento in cui il parco è meno frequentato. È un passaggio normale che può generare dubbi e perplessità, ma che ci vede agire nel pieno rispetto delle regole». Il sindaco promette la riapertura dopo Natale: «A gennaio avremo il nuovo gestore oppure la conferma di quello attuale», chiosa Andretta. Attualmente le spese di gestione ammontano a 23 mila euro all’anno. —

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