Salvato il coniglietto abbandonato che viveva tra rondò e tangenziale

L’intervento dei volontari a Pontevigodarzere vicino al sottopasso L’animale si sfamava con l’erba della rotonda. Adesso è adottabile 
Patrizia Rossetti

la storia

Grazie a una buona dose di coraggio, molta pazienza, a un retino da pesca e a dell’uva passa, proprio quella che si usa per i dolci, i volontari dell’associazione padovana Animalisti 2.0 hanno messo in salvo sabato pomeriggio un coniglio nano che si aggirava nei pressi del sottopasso della tangenziale a Pontevigodarzere, vicino al capolinea del tram.

Da giorni la bestiola, probabilmente abbandonata, si rifugiava nelle canalette di scolo lungo la carreggiata, da dove usciva per correre a cibarsi di erba nell’aiuola della rotonda, rischiando di venire investita e di provocare incidenti stradali. Alcuni residenti e clienti del vicino supermercato hanno notato il viavai del coniglietto e contattato l’associazione animalista.

«Siamo rimasti in appostamento più di un’ora al bordo della strada per cercare di catturarlo» racconta Mauro Fantinato, uno dei fondatori di Animalisti 2.0, «Il coniglietto era molto spaventato dalle auto che gli sfrecciavano a pochi centimetri e cercava continuamente rifugio negli scoli. Per stanarlo abbiamo preparato una specie di percorso fatto di uva passa, di cui i conigli sono ghiotti, aspettando poi che uscisse allo scoperto per mangiarne i chicchi; non appena ci si è avvicinato lo abbiamo preso con un retino da pesca, tolto dalla strada e messo in una gabbietta». Denutrito e coperto di fango, il coniglio è stato prima portato da un veterinario e poi affidato all’associazione vicentina La Voce dei Conigli, che sta ora cercando per lui un’adozione.

«Ringrazio prima di tutto La Voce dei Conigli» continua Mauro Fantinato, «E poi vorrei ricordare che questi sono animali non facili da gestire, e non vanno adottati con superficialità. Alcuni li comprano perché sono carini, salvo poi accorgersi che non interagiscono con noi come i cani e i gatti, che sono cagionevoli di salute e che rosicchiano i mobili. Ma lasciato libero in natura il coniglio ha ben poche possibilità di sopravvivere». —



Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova