San Pietro in Gu verso Vicenza

La Regione appoggia la scelta della maggioranza leghista che contraddice il referendum del 2001
Di Silvia Bergamin

SAN PIETRO IN GU. San Pietro in Gu sempre più vicentino, il popolo ondeggia tra un «non cambia nulla» a un più marcato «non ne valeva la pena. E poi: con tutti i problemi che ci sono, di mancanza di lavoro, cosa ce ne può fregare del derby Padova-Vicenza?».

Opposizioni d'accordo su un punto: «Macchè litigare tra Vicenza o Padova, vanno abolite le Province». La Lega al governo del paese con il sindaco Gabriella Bassi ha tirato dritto, votando il passaggio alla provincia di Vicenza con una delibera del Consiglio comunale. Dalla Conferenza permanente della Regione e delle Autonomie locali, riunitasi per discutere il riordino istituzionale previsto dalla spending review del governo Monti, è arrivato il placet. E poco importa che il 13 maggio 2001, al quesito referendario «Siete favorevoli che il Comune passi dalla provincia di Padova a quella di Vicenza?» 2.143 votanti su 3.040 aventi diritto (70,5%) risposero «no» e solo 629 (27,8%) furono i «sì» a Vicenza.

Una volontà popolare che Mauro Zanini (Dialogo Democratico) non si rassegna a vedere calpestata: «Stiamo scrivendo alla Regione e alla Provincia per informarli su quanto sta capitando a San Pietro in Gu, sul referendum di 11 anni fa. Decisioni così importanti devono avere il vaglio popolare, cosa che qui non è stata assolutamente presa in considerazione. Non c'è chiarezza: il cambio verrà fatto automaticamente o avrà un costo per i cittadini?». Secondo il centrosinistra «tutte le Province andrebbero abolite».

Mauro Fontana (Guardando oltre) ha votato la vicentizzazione con la maggioranza e predica cautela: «Credo sia ancora tutto da vedere. Il Governo potrebbe anche ritenere inopportuno spostare comuni da una provincia all'altra. Il sindaco assicura che il passaggio non dovrebbe comportare alcun costo per i cittadini, anzi. Ci saranno dei vantaggi legati ai trasporti e inoltre, essendo in provincia di Vicenza, i vicentini avranno maggiori incentivi a venire ad abitare qui». Vicenza o Padova? Fontana non sembra appassionarsi alla querelle: «Io, sinceramente, mi sono espresso per Vicenza anche se non è che la cosa mi tocchi particolarmente. Sono convinto che la cosa migliore sarebbe stata abolire tutte le Province. Vedo comunque in maniera positiva che San Pietro in Gu diventi un comune vicentino: in 11 anni le cose cambiano, il mondo cambia. Se continuiamo a fare le cose alla stessa maniera restiamo sempre fermi. Il cambiamento è sempre positivo».

Filippo Dall'Aglio, fino a un mese fa vicepresidente del consiglio d'istituto, ammette che «il fatto di diventare vicentino non mi pesa per nulla, visto che mia moglie è vicentina. Non so cosa possa cambiare. Io lavoro per un'azienda di Vicenza e i parenti sono qui, a livello geografico andiamo meglio così».

Non le manda a dire Guerrino Pilotto, sindaco dal '95 al '99 di San Pietro in Gu: «Noi siamo vicentini di animo, non serviva passare anche di provincia». Una scelta inopportuna: «Il gioco non vale la candela, anche perché è fatto sulla pelle dei cittadini, che non sono stati informati dell'intenzione del cambio e delle conseguenze. Il metodo del sindaco Bassi è dittatoriale. Abbiamo il treno che in 9 minuti ci porta a Vicenza, usufruiamo di tutti i servizi di Cittadella, in Consiglio comunale il sindaco ha affermato che ci sono solo vantaggi, ma non capisco ancora quali siano».

Si aprono questioni serie, molto concrete: «Andiamo a vedere il fronte sanità, il sociale: ci toccherà cambiare Usl? Potremo ancora usufruire del servizio fornito dall'Utap di Carmignano di Brenta, 24 ore su 24? Ci saranno un sacco di problemi burocratici, questo passaggio non sarà indolore per le tasche dei cittadini. In tempi come questi, di crisi profonda, davvero non ne valeva la pena» chiude Pilotto.

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