SANTA GIUSTINA IN COLLE. «Per mezz'ora sono stata trattata come una bestia, anzi ...
SANTA GIUSTINA IN COLLE.
«Per mezz'ora sono stata trattata come una bestia, anzi peggio. Mi hanno svegliato tappandomi la bocca con una mano, mi hanno riempito di sberle in faccia, tanto che ce l'ho tutta tumefatta. Mi hanno portato di peso su una sedia e legato mani e gambe e mi hanno tenuto un coltello puntato alla gola per tutto il tempo. Sono più di 48 ore che non riesco a dormire. Ogni volta che chiudo gli occhi ho gli incubi: mi vedo sempre quel coltello puntato sul collo. Ma basta, non ho voglia di ripetere ancora la mia esperienza sconvolgente, che non potrò mai dimenticare. Mai». Maria Rosa Zoccarato ha impresso nella mente ogni istante di quella mezz'ora in cui è rimasta in balìa di tre feroci banditi che le sono entrati in casa l'altro ieri notte mentre il marito, Raffaele Gallo, macellaio di Fratte, era fuori. Tenta di scacciare i ricordi, che tornano implacabili alla memoria. «Quello che mi ha chiuso la bocca mi ha detto subito: "Sta calma, sennò ti uccide". Credo si riferisse al suo complice che aveva in mano un coltello affilatissimo. Ero terrorizzata - dice ancora la donna - Mi hanno dato tante botte e schiaffi coi guanti ruvidi che indossavano, un bruciore alla pelle, mi hanno rotto la mandibola». Una cosa ricorda anche troppo bene Maria Rosa Zoccarato. Ed è il cattivo odore che emanavano i banditi. Oltre alla loro efferatezza. «Mentre uno mi teneva il coltello all'altezza del collo, l'altro alzava tutti i quadri per vedere se c'era la cassaforte. Gli ho ripetuto che andassero da mio marito in campo sportivo, che di casseforti non ne sapevo nulla. Allora uno è andato in camera e ha preso tutti i gioiellini che avevo, un anello, un braccialetto e due anellini. In tutto valevano sui 10.000 euro. Prima di andarsene, mi hanno chiesto: "Quella casa in fondo di chi è?" Di un mio cugino, ho risposto. "Ha l'allarme?" Sì. Ho capito che non erano contenti di quello che avevano trovato e miravano ad aumentare il bottino. Uno di loro - prosegue la vittima della rapina - è andato in cucina e ha preso un coltellino, me lo ha messo vicino e mi ha intimato: "Aspetta 10 minuti prima di liberarti". Quando ho sentito silenzio ho cominciato a chiamare: "Ragazzi, ragazzi". Ma nessuno mio ha risposto. Allora ho tagliato le fettucce con le quali mi avevano legata». Altro particolare inquietante, quelle fettucce: sono di quelle che normalmente si usano sui pantaloni, specie su quelli che piacciono tanto agli adolescenti. «Le hanno requisite i carabinieri - riprende la donna - che mi hanno fatto anche vedere una serie di coltelli per capire quale tipo avevano puntato contro». Un racconto circostanziato, quello della vittima. Che diventa la base di partenza per le indagini avviate dai carabinieri. Che hanno tra l'altro messo in campo 40 militari per presidiare l'Alta Padovana e procedere a controlli sul territorio, già concrettizzatisi in una serie di perquisizioni a sei abitazioni sospette. Ieri, intanto, la famiglia Gallo ha ricevuto tante attestazioni di solidarietà dai compaesani. Prima fra tutti quella del sindaco Federico Zanchin, precipitatosi a casa loro non appena ha saputo quello che era successo alla padrona di casa.
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