Sciopero delle commesse per il rinnovo del contratto

I sindacati di categoria, vale a dire Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno confermato lo sciopero nazionale, indetto per tutta la giornata di domani, venerdì 22, contro Federdistribuzione...
I sindacati di categoria, vale a dire Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno confermato lo sciopero nazionale, indetto per tutta la giornata di domani, venerdì 22, contro Federdistribuzione e la Distribuzione cooperativa. Chiedono il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai quattro anni fa, e non intendono accettare le richieste delle controparti definite “assurde” e “reazionarie” come quelle sulla diminuzione del 5 per cento sulle maggiorazioni del lavoro festivo, di pagare meno per i primi tre giorni di malattia e, addirittura, di ottenere deroghe marcate rispetto al contratto nazionale di lavoro ogni volta che si verifichino perdite sui bilanci annuali delle società.


Domani mattina, a partire dalle 9. 30, i sindacati di categoria terranno una manifestazione davanti alla prefettura. I coordinatori del presidio saranno Marquidas Moccia (Cgil), Marco Bodon (Cisl)
(nella foto)
e Fernando Bernalda (Uil). Con la bandiera in mano della Uiltucs-Uil anche Fabio Paternicò: «La partecipazione allo sciopero dovrebbe risultare massiccia», sottolinea il sindacalista che segue in modo particolare le mobilitazioni in corso all’Ikea. «In queste ultime settimane noi sindacalisti e delegati di Cgil, Cisl ed Uil abbiamo svolto tutta una serie di assemblee in quasi tutti i luoghi di lavoro e abbiamo constatato che le commesse, le cassiere e i magazzinieri hanno tanta voglia di lottare perché sono stanchi di portarsi a casa uno stipendio misero e di lavorare spesso in condizioni di sfruttamento. Tra le assemblee in cui la partecipazione è stata maggiore quelle effettuate nei punti vendita Despar, Sma, Coop ed Ikea».


Sempre Paternicò fa un’altra osservazione non di poco conto: «Le pretese di Federdistribuzione e della Distribuzione cooperativa non stanno né in cielo né in terra. Vorrebbero addirittura un contratto peggiorativo di quello esistente, in pratica predicano la politica del gambero. Solo Confcommercio ha firmato il rinnovo contrattuale e le differenze con i dipendenti della Gdo (Grande distribuzione organizzata,
ndr
) sono già sotto gli occhi di tutti. Ad esempio basta fare due conti per constatare che, attualmente, le lavoratrici della Grande distribuzione guadagnano circa mille euro all’anno in meno rispetto alle colleghe che, ad esempio, sono dipendenti della Lidl, che ha aderito al contratto della Confcommercio».
(f. pad.)


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