Sda chiude il centro logistico di Limena

/ LIMENA
Chiusa la filiale Sda di Limena: ieri mattina l’azienda in autonomia, prima ancora che il sindaco Stefano Tonazzo emettesse un’ordinanza, ha deciso di chiudere la sede e di porre tutti i cinquanta lavoratori attualmente impiegati in isolamento fiduciario.
«Sentite le Poste centrali» dichiara infatti Tonazzo, «ieri mattina mi hanno comunicato la decisione assunta dall’azienda. Ringrazio i responsabili di Sda per aver deciso la chiusura a tutela dei propri dipendenti e della comunità in cui lavorano. Non conosciamo le condizioni di salute delle diciotto persone finora risultate positive, comunque le Poste mi hanno assicurato che il numero di contatti con gli utenti è senz’altro minore di tante altre filiali, in quanto Limena è più un centro deputato allo smistamento della corrispondenza con gli altri magazzini».
Resta il fatto che molta della corrispondenza in giacenza viene consegnata agli utenti proprio nella sede di via Visco a Limena. È chiaro ormai che è il reparto della logistica a registrare i nuovi importanti focolai di Covid: come i contagi verificatisi nelle sedi Bartolini di Bologna e Rovereto, questa settimana a Padova al Mercato Agroalimentare Maap, dove il via vai di corrieri è pressoché continuo, si sono verificati dei casi di positività, e adesso anche la Sda di Limena, il corriere espresso che dal 1988 fa parte del Gruppo Poste Italiane. «Ho in ogni caso avuto assicurazione dal direttore delle Poste che Sda di Limena non era di supporto al nostro ufficio postale» prosegue il sindaco Tonazzo, «ma la logistica trattata dalla filiale limenese era da e verso altri Comuni: non si è reso pertanto necessario chiudere il nostro ufficio postale».
A chiedere uno stop ad ogni manifestazione pubblica, per evitare il diffondersi di un possibile contagio, sono invece i consiglieri comunali della lista di opposizione “Tutti per Limena”.
«Abbiamo tutti sperimentato quanto sia brutto stare mesi rinchiusi a casa e non vogliamo che si ripeta mai più» scrivono infatti. «Per questo chiediamo di sospendere quelle attività ricreative, che per loro natura sono possibili cause di assembramenti, perché non vogliamo che gli esercenti debbano chiudere di nuovo i loro negozi. Le malattie non ascoltano la ragione degli uomini né dell’economia: vogliono solo sopravvivere, esattamente come lo vogliamo noi. E ringraziamo sentitamente i responsabili della ditta di logistica Sda che non hanno dovuto aspettare “la legge” per fare ciò che ritenevano giusto per il benessere di tutti».
Tonazzo, a parte le giostre che, collocate davanti alla barchessa, avrebbero dovuto rimanerci fino ad agosto, non ha intenzione di chiudere altro. «Se avessi dovuto sospendere o meno gli spettacoli pubblici è una domanda che ho posto in Prefettura» replica il sindaco, «nel corso del vertice convocato d’urgenza lunedì, per comunicarmi la presenza del nuovo focolaio: la riposta che mi è stata fornita è che se il controllo dei protocolli è rigoroso, non ci sono motivi per cancellare le serate o magari chiudere attività come i centri estivi. Non condivido il metodo, utilizzato dalle minoranze, di avanzare la richiesta tramite un post su un social: lunedì sera alla riunione dei capigruppo consiliari avrebbero potuto chiederlo, come avrebbero potuto chiamarmi e domandarmelo direttamente». —
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