Sei mesi per scrivere il progetto di riuso dell’area Italcementi

Masterplan a spese dell’azienda, che lo dovrà sottoporre a Comune, Provincia e Regione e discutere con i cittadini
Di Camilla Bottin
SERVIZIO PROPOSTO..Italcementi di Monselice..ph. Zangirolami..Provincia\Belluco
SERVIZIO PROPOSTO..Italcementi di Monselice..ph. Zangirolami..Provincia\Belluco

MONSELICE. Si torna a parlare di un “masterplan” per l’enorme area dove sorge l’ex cementificio Italcementi: porta la firma del presidente della Regione il protocollo d’intesa che è stato siglato ieri con il Comune di Monselice, la Provincia di Padova e la società. Nel 2013, dopo l’accantonamento del revamping, l’insediamento produttivo della società Italcementi Spa a Monselice (che occupava nei tempi d’oro 500 persone) è stato chiuso e si è cominciato a parlare dell’avvio di un percorso teso al recupero e alla rigenerazione dell’area tramite un masterplan.

La strada si è presentata fin dall’inizio irta di difficoltà: dopo l’istituzione nel 2014 di una commissione consiliare temporanea e l’approvazione nel 2015 in Comune di un protocollo d’intesa redatto dalla stessa Italcementi (firmato mesi dopo dalla Provincia e dalla Regione), si scopre nel 2016 che Italcementi (venduta alla multinazionale tedesca Heidelberg) non aveva sottoscritto il documento. Dalla Regione giunge ora l’annuncio della sigla del protocollo per la riconversione dell’area, una fase preliminare che darà il via a un articolato procedimento urbanistico di riqualificazione. Il masterplan, redatto a spese dell’azienda in accordo con i criteri indicati nel protocollo, entro 6 mesi verrà sottoposto nella prima stesura alle amministrazioni locali, che procederanno a una verifica dei contenuti tramite una serie di incontri territoriali. Il documento, rivisto e corretto dopo questa fase di confronto, verrà infine approvato dalle amministrazioni coinvolte.

Questo percorso, data la vastità dell’area (28mila mq) potrà avvenire in lotti funzionali e con tempistiche diverse. Secondo il sindaco Lunghi si tratta di un «primo importante passo: è la prima volta che una società come Italcementi programma con gli enti locali e i network territoriali la riconversione di un sito dismesso di così ampie dimensioni. La fase di stesura» spiega «implica una valutazione di quali strutture conservare e quali modificare/demolire, ripensando inoltre la viabilità di collegamento all’area. Se va bene dovremmo farcela in 5-10 anni e l’indirizzo del progetto sarà di tipo turistico, culturale, artigianale e commerciale». La firma di Zaia, secondo Andrea Bernardini (M5s), è di buon auspicio anche se tardiva. «Vorremmo sperare» commenta «che lo sviluppo si orientasse verso le tecnologie innovative, in grado di occupare soprattutto i giovani ed evitando di ricorrere a collaudate e lucrose attività che danno ben poco valore aggiunto alla comunità locale». Quella dell’ecomostro abbandonato, per il M5s, deve servire come lezione: «Ci deve essere uno sviluppo futuro che tenga conto delle destinazioni finali degli stabili che si continuano a costruire».

Vittorio Ivis, segretario Pd, non nasconde la delusione per la lentezza con cui le istituzioni si sono mosse, anche se vuole ben sperare che ci sia un futuro per l’area, sulle cui condizioni vigilerà il Pd. «Non deve essere una rigenerazione che comporti nuove volumetrie, cemento e la trasformazione di un'area che per noi resta la naturale porta d'accesso sud ai colli Euganei. Serve un masterplan che tenga fortemente conto della sostenibilità, della storia dell'area e che imposti un progetto di lungo respiro, moderno e innovativo». Il comitato popolare “Lasciateci respirare”, ricordando i trascorsi del masterplan, annunciato dal 2013 ma mai realizzato, è scettico ma promette, nel caso il percorso si basi su presupposti seri, di contribuire con idee e proposte, come fatto in precedenza. «Siamo ostili» commenta il leader ambientalista Francesco Miazzi «a proposte ad alto impatto ambientale, mentre siamo favorevoli ai progetti in sintonia con le finalità del Parco Colli e con la vocazione del territorio».

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