«Senza base, addio sicurezza»

SAN GIUSEPPE. I militari del centro missilistico di via Crimea se ne vanno e il quartiere precipita nello sconforto: fino ad oggi senza antifurti per le case, forti della sicurezza dell’esercito, delle ronde notturne e del passaggio delle divise mimetiche, domani così spaventati da mettere in dubbio l’acquisto stesso della casa. Siamo tra le vie Somalia, Pozzuolo e Monte Lungo, nel rione che si sviluppa su via Sorio, grande asse viabilistico che ospita due aeroporti, quello civile (l’Allegri) e quello militare, che è l’anticamera dell’ospedale ai Colli, dove c’è anche la sede della Protezione civile. Poco più di un chilometro dal centro, densamente abitato da villette e bifamiliari. Poco commercio, tanti studi di professionisti, in particolare medici pediatri, numerosi bar. E da sempre la convivenza con l’esercito. La notizia del trasferimento dei soldati provoca subito rabbia: è possibile – si chiedono in tanti – che luoghi così grandi vengano dismessi senza un piano di recupero già programmato? «Non vivo qui, ma vengo spesso a trovare la mia compagna», racconta Michele Maione, esperto d’arte, «ci siamo posti il problema, soprattutto perché avevamo proprio idea di comprare la casa che abitiamo. Ma stando così le cose, ritengo sia necessaria una riflessione in più. È chiaro che la presenza dei militari è sempre stata tranquillizzante, soprattutto per noi che siamo proprio dei confinanti».
Un’opinione condivisa da moltissimi. Tant’è. «Sono molto preoccupata», ammette la signora Nicoletta Grigni, da 15 anni proprietaria di una villetta che guarda proprio il centro missilistico. «Questo trasferimento non è giusto, espone il quartiere ad un problema. Quando ho comprato, chiesi alla precedente proprietaria come mai non avesse mai messo un antifurto, e mi rispose invitandomi a guardare proprio le divise armate. Oggi non c’è più la guardiania, ma i militari fanno due ronde a notte e la domenica c’è un continuo passaggio. Occupano un’area vastissima che, abbandonata, si potrebbe trasformare in breve tempo in un luogo abbandonato a se stesso e dunque appetibile al mondo della criminalità. Del resto si è visto che fine hanno fatto i luoghi militari dismessi in centro».
Infine Vittorio Poletta, da 25 anni in via Sorio con un bar che è allo stesso tempo gastronomia e market, ricorda: «quando siamo arrivati c’erano gli allievi piloti, gli elicotteristi ed eravamo in 6 bar, adesso tutto questo mondo non c’è più. Abbiamo sperato molto nell’ipotesi ospedale e invece non riceviamo che una brutta notizia dietro l’altra: prima sono andati via gli allievi della scuola di volo, poi gli elicotteristi, poi lo spaccio interno, adesso i militari (che pure sono appena il 10% della nostra clientela). Il locale è in vendita da un anno, ad un prezzo “regalato”, ma nessuno è interessato».
Elvira Scigliano
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