Senza lavoro, fa il porto d'armi e si spara

Il dramma di un uomo che si ritrova a 45 anni senza un lavoro, che finisce nel tunnel della depressione e che richiede e ottiene un porto d’armi. Domenica sera Christian Rampazzo, 45 anni compiuti il 20 giugno scorso, ha impugnato la sua pistola calibro 22 e si è sparato un colpo alla tempia nel suo appartamento di via Rovereto 30. Non ha lasciato biglietti ma sia i genitori che la compagna hanno testimoniato il suo profondo stato depressivo dovuto all’assenza di un’occupazione che gli potesse dare un’indipendenza economica. Eppure lo scorso mese di maggio ha ottenuto un porto d’armi e il 3 luglio ha acquistato una pistola in un’armeria di Ponte di Brenta.
Il dramma in casa. A lanciare l’allarme è stata proprio la fidanzata che da qualche ora tentava di mettersi in contatto con lui ma senza risultato. La donna è salita in casa e si è trovata davanti il corpo esanime di Christian. Ha chiesto aiuto disperata, gridando e piangendo. Verso le 22, nella palazzina di via Rovereto 30, complesso costituito da cinque appartamenti, sono accorsi i carabinieri di Prato della Valle e un’ambulanza del Suem 118. Sul tavolo del salotto c’erano le distinte delle spese condominiali che lui aveva compilato in qualità di amministratore della palazzina.
Nessuna lettera. I militari dell’Arma che hanno eseguito i rilievi in casa non hanno trovato messaggi scritti da quarantacinquenne. A ricostruire il quadro di profonda difficoltà ci hanno pensato i genitori e la ragazza. Christian Rampazzo aveva lavorato a lungo per una cooperativa che opera in ambito sanitario in provincia di Ferrara. Ma lo scorso autunno, a causa dei tagli, aveva perso il posto. Una sventura mai digerita da lui che si era affrettato a cercare subito altro. Ha frequentato un corso per sommelier, poi un corso per pizzaioli ad Abano. Sperava in una svolta, in un impiego anche a tempo determinato. Pensava che imparando un lavoro artigianale avrebbe avuto più possibilità ma così non è stato. I genitori, dal canto loro, conoscevano la situazione e gli sono stati vicini in tutti i modi. Lo aiutavano nelle spese di ogni giorno, lo assistevano nella gestione della vita quotidiana. Avevano ben presente il periodo difficile che il figlio stava vivendo e si facevano trovare, sempre. La famiglia, 14 anni prima, aveva dovuto fare fronte ad un grave lutto: la morte di Giammarco, fratello di Christian, in un incidente stradale in via Palestro.
Depressione. Da qualche tempo Christian assumeva anche farmaci antidepressivi, per ritrovare la calma quando i pensieri che affollavano la sua testa iniziavano ad opprimerlo. Ed è questo il particolare su cui ora si stanno concentrando gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri. Perché al di là del dramma personale vissuto da quest’uomo rimasto senza lavoro a 45 anni, c’è un sistema che scricchiola ed è quello della concessione dei porto d’armi. Sì, perché a maggio scorso, nonostante la sua instabilità a livello psicologico, Christian Rampazzo era riuscito a ottenere l’autorizzazione per uso sportivo ovviamente senza dire nulla né alla madre né al padre. A inizio luglio ha completato l’opera acquistando anche la pistola, che aveva tenuto nascosta a tutti.
Le indagini. I carabinieri del luogotenente Giancarlo Merli stanno cercando di fare luce proprio su questo. Come è possibile che una persona che assume farmaci antidepressivi sia riuscita ad ottenere un porto d’armi? Gli accertamenti sono tuttora in corso. Bisogna reperire le cartelle cliniche, le ricette mediche e tutta la modulistica presentata per avere la licenza in questione.
@enricoferro1
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