Sesso in canonica: «Nelle orge anche altri sacerdoti»

PADOVA. «Altri preti partecipavano alle orge organizzate da don Andrea Contin» è quanto si legge in uno dei passi della denuncia, di otto pagine, firmata dall’amante 49enne dell’ex parroco di San Lazzaro in mano ai carabinieri della stazione di Padova, principale impegnati nell’inchiesta decollata con la perquisizione nella canonica messa a segno il 21 dicembre scorso.
Altri sacerdoti. Un’inchiesta che si allarga e coinvolge altri membri della Chiesa, sia pure con un ruolo da “spalla”: si tratterebbe di sacerdoti del Padovano – nel senso che esercitano il loro ministero nel territorio – non ancora individuati. Sacerdoti che, al momento, non rischiano neppure di finire nel registro degli indagati in quanto non risulterebbero pagamenti da parte loro – stando sempre al racconto della donna – per partecipare a quegli incontri di gruppo. Tuttavia, una volta identificati, saranno sentiti in qualità di persone informate sui fatti. La stessa ex amante ha sempre raccontato di non aver mai visto materialmente il passaggio di soldi dai partner occasionali a don Andrea, indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione. Anche se lei avrebbe avuto la percezione di un guadagno da parte dell’ex parroco che, in un’occasione riferendosi al sesso di gruppo, le avrebbe detto: «Sai che puoi guadagnare tanti soldi in questo modo?».
Consulenza tecnica. Intanto ieri il pubblico ministero Roberto Piccione, che coordina l’indagine, ha affidato all’ingegnere Nicola Chemello un accertamento tecnico irripetibile sul contenuto di una decina tra dvd e cassette vhs, altrettante chiavette Usb, un tablet, un pc, uno smartphone con scheda sim e un cellulare vecchio tipo senza scheda (ma c’è la memoria) tutti sequestrati a don Andrea, come su 5 cellulari messi a disposizione dalla donna firmataria della denuncia.
Tempo assegnato per completare l’esame e consegnare la relazione, 90 giorni. All’esame erano ammesse tutte le parti coinvolte, nel senso che era stata data loro la possibilità di nominare un esperto di fiducia per partecipare all’analisi affidata al consulente della procura. Possibilità di cui non hanno voluto beneficiare né la vittima (presunta, finché non ci sarà una sentenza) né il sacerdote: non hanno incaricato nessun consulente. Si tratta di un esame centrale nell’inchiesta: dalle immagini dei video amatoriali che il prete avrebbe girato e dai messaggi (anche via WhatsApp) scambiati tra lui e l’harem di donne che gli stavano intorno come dai contatti in rete potrà essere verificata la versione fornita dall’ex amante. Un’ex amante che ha spiegato come il 48enne don Andrea, originario di Busiago di Campo San Martino, fosse pressante e violento nei suoi confronti di fronte alla sua decisione di sottrarsi sia alle pratiche sessuali violente e alle perversioni da lui praticate sia agli incontri sessuali di gruppo o con partner occasionali. Insieme a lei, il prete si era recato più volte anche nel parcheggio di un centro commerciale nel Vicentino, noto luogo d’appuntamento per chi ama lo scambio di coppia.

Cambio nella difesa. Da ieri cambio nella difesa di don Andrea Contin: il penalista Michele Godina ha rimesso il mandato nelle mani del cliente che ha provveduto alla nomina di un nuovo difensore. È il penalista Gianni Morrone.
Gli sviluppi. Nel frattempo continua la sfilata di donne (e non solo) davanti agli investigatori per verificare se don Andrea abbia incassato soldi offrendo le sue amanti ad altri: gli incontri sarebbero avvenuti sia in città che in un appartamento nei dintorni. A l mattino, al pomeriggio e pure di notte. Sempre la 49enne ha denunciato che don Andrea l’avrebbe minacciata con un coltello. E avrebbe minacciato di divulgare in rete dei video di cui era protagonista, quando aveva scelto di chiudere con quel rapporto sempre più perverso. Peraltro qualche anno fa il sacerdote s’era allontanato per alcune settimane dalla parrocchia, raccontano alcuni parrocchiani: secondo indiscrezioni aveva vissuto una profonda crisi.
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