Severgnini: disoccupazione, una bomba

Un Paese dove la disoccupazione giovanile ha innescato una vera e propria bomba sociale a orologeria, ma che potrebbe ancora risollevarsi a determinate, rigide condizioni.
E’ quello che Beppe Severgnini ha descritto agli studenti nell’aula Magna del Bo. L’incontro, sul tema «Idee di oggi per il lavoro di domani» era organizzato dall’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda in collaborazione con il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università. Sempre sulla scia dell’elogio della paura, pronunciato alle matricole all’inizio dell’anno accademico, Severgnini ha ricordato che l’Italia è all’ultimo posto per percentuale di popolazione che ha attivato o vuole attivare una nuova impresa; la disoccupazione giovanile è al 41,6%, «che vuol dire che nel Sulcis è al 70% e che in alcune regioni del sud è al 60». E ancora: l’Italia, insieme ad Haiti e Zimbabwe, è l’unico Paese dove il prodotto lordo pro capite negli ultimi 15 anni non è aumentato, ma è sceso del 3%.
«Si spendono soldi pubblici per formare professionisti che poi vanno all’estero. Ogni posto del mondo ha un pc, una pianta verde e un italiano. Ma questo non è un destino» ha precisato. Per indicare la strada agli studenti, ha ripreso le otto “T”: talento, tenacia, tempismo, tecnica, tolleranza, tenerezza, terra, testa. «Non dimentichiamo che i Paesi funzionano per alleanza di generazioni. Prendete un imprenditore veneto e un ragazzo di 26 anni, dategli un iPad e avrete la risposta».
Gli organizzatori hanno devoluto il compenso dello scrittore al Festival del Giornalismo, «una manifestazione bellissima ora in difficoltà». (m.fab.)
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