Si getta dal terzo piano del Bo e muore

La donna di 63 anni faceva le pulizie in ateneo dove era un volto molto conosciuto: ha lasciato un biglietto d’addio
Di Enrico Ferro

Un salto dal terzo piano per chiudere una vita diventata insopportabile. Antonia Spoto, 63 anni, dipendente di un’impresa di pulizie, ha scelto il cortile del Bo per farla finita. Ieri mattina poco dopo le 7 ha scavalcato il parapetto della finestra che doveva pulire e si è lanciata nel vuoto. È morta davanti agli occhi dei colleghi che stavano per prendere servizio. Un triste spettacolo a cui, loro malgrado, si sono trovati ad assistere anche studenti e dipendenti dell’Università.

La donna si trovava nel dipartimento di Giurisprudenza e aveva vicino il carrello con i detergenti da utilizzare per pulire. Ma il sole di ieri mattina non è riuscito a riscaldare il suo cuore ferito. Non è riuscita a vedere la luce in quell’alba fresca e luminosa. Ha preso quindi un foglio di carta e ha scritto un messaggio per i figli: “Non vi preoccupate, quello che sto facendo mi rende finalmente libera”.

Antonia Spoto è precipitata nel cortile nuovo del Bo, nella parte adibita a parcheggio. I colleghi di lavoro l’hanno vista cadere come un sacco e rimanere subito dopo immobile. Chi non si è fatto prendere dal panico è riuscito a telefonare al 118 chiedendo l’intervento di un’ambulanza. Ma per il personale in servizio nell’auto medica c’è stato ben poco da fare.

Gli accertamenti sulla tragedia sono stati affidati ai carabinieri della stazione di Prato della Valle. I militari sono saliti al terzo piano, da dove la donna si era buttata. Hanno esaminato con attenzione la scena, fino a che non hanno raggiunto la certezza che si è trattato effettivamente di un suicidio. Certo, quel biglietto lasciato all’attenzione dei figli lasciava ben pochi dubbi.

Secondo quanto chiarito dagli uomini dell’Arma Antonia Spoto, dipendente della ditta Iss di Vigonza che esegue le pulizie all’Università, in quest’ultimo periodo era finita nel tunnel della depressione. La morte del marito un anno fa le aveva sconvolto la vita. E la perdita della madre il mese scorso aveva contribuito ad appesantire un carico già difficile da portare.

La donna viveva in un appartamento in via Trilussa, alla Guizza. All’Università era un volto noto perché da anni ormai, ogni mattina, faceva le pulizie per conto dell’impresa che le aveva dato lavoro.

«Desidero fare le condoglianze, a nome mio e di tutto l’Ateneo, ai figli e ai parenti della signora che questa mattina si è tolta la vita a palazzo Bo» dice il Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto «Oggi, per tutta la famiglia dell’Università di Padova, è giorno di dolore e di raccoglimento».

e.ferro@mattinopadova.it

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