Si uccide dopo aver annunciato il suicidio su Facebook

Giuseppe Pellegrin, 56 anni, di Galliera Veneta, non ha resistito alla perdita della mamma. Quattromila amici sul social ma nessuno è intervenuto
Giuseppe Pellegrin
Giuseppe Pellegrin

GALLIERA. Scritta bianca a caratteri cubitali su sfondo nero. «Arrivi a un punto della vita in cui ti chiedi se restare o no, io non resto».

La mezzanotte è passata da sette minuti quando Giuseppe Pellegrin, 56 anni di Galliera, appassionato leghista, innamorato degli indiani d’America, più sognatore che imprenditore, comunica ai 4 mila amici di Facebook di essere giunto alla fine dei suoi giorni. Lo ritroveranno alle 9.28 del mattino successivo impiccato all’ingresso del suo maneggio.

Nove ore da solo, che diventano dodici se si leggono i post disperati scritti in prima serata. Morire da soli, nonostante 4 mila amici. È il paradosso di questo mondo che non si tocca.

Il post scritto da Pellegrin su FB
Il post scritto da Pellegrin su FB


Giuseppe Pellegrin viveva a cavallo dei due mondi. In quello reale era un guascone coordinatore della Liga Veneta, con un matrimonio un po’ così, due figli ormai grandi e varie attività imprenditoriali finite non proprio come desiderava.

In quello virtuale di Facebook era aquila solitaria (solitary eagle, in inglese), trasposizione in salsa Piave di un indiano d’America.

Dopo aver gestito un’impresa che operava nel settore elettrico e un centro estetico, si era buttato a capofitto sulla scuola di equitazione all’americana, la «Navachò’s farm» di via Tombolata a Galliera. Cavalli che trottano liberi, atmosfera dei nativi americani. Giornate e serate a tema.

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Raffica di foto, scattate e subito condivise sulla bacheca virtuale con commenti e condivisioni. Un moltiplicatore notevole di fama per un uomo di cui già tutti in paese narravano le gesta anticipando ogni racconto con la premessa: «È un personaggio». Così il “personaggio” ha collezionato rapidamente 3927 amici su Facebook.

La mamma, Luigina Beghin
La mamma, Luigina Beghin


Nel frattempo però il mondo reale continuava a girare, con i suoi intoppi e le sue salite. Con le persone vicine che si allontanano e quelle care che ci lasciano. Luigina Beghin, 78 anni, la madre, non aveva mai abbandonato la barca di Giuseppe nemmeno quando le acque si erano fatte agitate.

E lui, da figlio, la stava tenendo per mano durante un lungo e travagliato percorso di lotta contro la belva del tumore.

Il 4 agosto scorso, alle 18.57, Giuseppe Pellegrin scrive: «Sto morendo di te... ma è giusto che adesso tu sappia che ti accompagnerò nel tuo volo perché un’aquila vola con le aquile...».

Un messaggio chiaro, inserito in un flusso di coscienza più ampio che lasciava adito a pochi dubbi. Ma non ci sono foto di cavalli al galoppo stavolta e nemmeno canti dei nativi americani. Nella solitudine di un solo commento e tre “mi piace” Giuseppe prosegue così il suo sentiero di dolore.

Si arriva quindi alla giornata di lunedì, la vigilia di Ferragosto, con Luigina che stremata chiude gli occhi per sempre intorno a mezzogiorno.

E lui, Giuseppe, si affida ancora una volta al mondo virtuale per far sapere quanto è grande la sofferenza. Ore 20.10: «Oggi ha preso il volo verso l’infinito la Luigina».

Ore 21.47: «Sono un vecchio distrutto dal dolore di una perdita».

Ore 21.50: «Mia mamma non è morta ma ha preso un volo verso l’infinito, quel mondo che non c’è ma esiste».

Ore 22.28: «Dentro di noi c’è una battaglia tra due lupi».

Ore 22.46: «Chiuso per lutto».

Ore 0.07: «Io non resto».

Dopo aver digitato quest’ultimo messaggio, dopo tutte le grida di dolore inascoltate, Giuseppe è sceso nel suo maneggio e l’ha fatta finita. Solo in ognuno dei due mondi. Nonostante i 4 mila amici.

e.ferro@mattinopadova.it

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