Sicurezza sul lavoro i dipendenti di Unicka da domani in sciopero

Dopo la morte di un collega, più di un anno fa, gli addetti avevano concordato interventi poi realizzati solo in parte 
BASCHIERI - FOTO PIRAN - SAN GIORGIO DELLE PERTICHE - INFORTUNIO SUL LAVORO DITTA UNICKA
BASCHIERI - FOTO PIRAN - SAN GIORGIO DELLE PERTICHE - INFORTUNIO SUL LAVORO DITTA UNICKA



I lavoratori di Unicka srl scendono in sciopero. A poco più di un anno dalla morte sul lavoro di Gezim Haka, operaio della società, i dipendenti scelgono l’astensione dal lavoro a seguito della decisione unilaterale dell'azienda di sospendere i provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro, in particolare l’istallazione di barriere di protezione sulle presse.

l’accordo

«Dopo la morte di Gezim Haka», ricordano i sindacati, «Fiom e Rsu hanno da subito preteso che l’azienda si impegnasse a mettere in sicurezza i lavoratori, individuando soluzioni sia per le presse che per le altre postazioni di lavoro a rischio. L’azienda inizialmente si era resa disponibile e si era impegnata su questo fronte, tanto vero che su ogni pressa sono stati inseriti schermi protettivi alle pulsantiere dedicate all’avviamento manuale e si era impegnata a installare le barriere su tutte le presse. Dopo l’archiviazione della causa per la morte di Gezim Haka, l’azienda ha cambiato opinione e fermato le altre misure concordate». Durante l'assemblea sindacale di lunedì 19 novembre i lavoratori hanno scelto quindi la via dello sciopero. «Quando ci siamo resi conto che le procedure di sicurezza non venivano attuate abbiamo sollevato il problema con l'azienda», spiega Anna Zanoni della segreteria Fiom Cgil di Padova. «Ci è stato risposto che non era più necessario alcun altro intervento, oltre agli schermi protettivi sulle pulsantiere e alle due barriere già istallate. Siamo preoccupati per la situazione che si è venuta a determinare, tanto che, con i lavoratori in assemblea, abbiamo deciso di dichiarare uno sciopero».

lo stop

Domani i dipendenti di Unicka incroceranno le braccia. «È solo il primo passo di uno stato di agitazione che non abbiamo intenzione di concludere, prima di arrivare ad una risoluzione della questione: l’azienda non può tirarsi indietro e deve concludere le procedure per mettere in sicurezza i lavoratori». La Fiom chiede spiegazioni anche in merito alla situazione economico-finanziaria di Unicka, società collegata a Maschio Gaspardo. —

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