Silurato il presidente del Parco Colli

 
ESTE.
Chiara Matteazzi viene silurata ma rientra dalla finestra. La Regione Veneto, con un giochetto politico poco velato, non ha infatti rinnovato la nomina del presidente del Parco Colli. Che però ha subito trovato l'escamotage per non lasciare la poltrona. Una situazione che però la rende, con macabra ma efficace definizione della minoranza, un «morto che cammina».  
La nomina.
Il presidente del consiglio veneto, Clodovaldo Ruffato, ha comunicato i nomi dei nuovi rappresentanti della Regione nel consiglio del Parco Colli. Per l'ente euganeo sono stati designati Stefano Lovisetto (Pdl), Eliana Maschio (Lega nord) e Paolo Trentin (Udc). E' stata ignorata la candidatura di Chiara Matteazzi, attuale presidente del Parco, il cui mandato scadrà in aprile. Ma per statuto il presidente dell'ente deve essere anche membro del consiglio del Parco. «E' stata una mossa inaspettata, arrivata peraltro in un momento poco opportuno - commenta il presidente - Mettere in discussione l'autorità dei vertici del Parco indebolisce l'ente». Alla Matteazzi, chiaramente vicina alla corrente pidiellina di Giancarlo Galan, è stato preferito Stefano Lovisetto, vicino invece al consigliere regionale Leonardo Padrin.  
L'escamotage.
La Matteazzi è rientrata in consiglio grazie all'appoggio della maggioranza del consiglio del Parco. I sindaci di centrodestra hanno indirizzato un documento a Ruffato nel quale si chiede che la Matteazzi «sia posta nelle condizioni di poter esercitare il proprio mandato». L'appello è stato sottoscritto dal gruppo di maggioranza ad esclusione di Abano (il Comune è commissariato) e Vo': il sindaco Giuliano Martini ha evitato di firmare vista la presenza nell'organo esecutivo dell'ente di Stefano Lovisetto, rappresentante di Vo' «sgradito» alla maggioranza comunale. Il sindaco di Rovolon, Francesco Baldan, ha quindi ceduto il proprio posto (è previsto che il Consiglio sia composto da tutti i sindaci dei comuni che ricadono nel Parco colli o da loro delegati) proprio alla Matteazzi.  
La minoranza.
«La "fiducia" dei sindaci di centrodestra è solo il prolungamento dell'agonia per un moribondo»: stiamo assistendo insomma a una sorta di accanimento terapeutico secondo i consiglieri di minoranza del Parco, il cui portavoce è Antonella Buson. «La mancata nomina della Matteazzi è il riconoscimento da parte della Regione, e dello stesso Pdl, di una gestione fallimentare del Parco dei Colli Euganei - continua - Questa dirigenza ha fatto toccare il periodo più buio della storia dell'ente, culminato con la posizione contraddittoria della stessa Matteazzi sulla questione del revamping Italcementi». La minoranza taccia il governo del Parco di «immobilismo su tutti i fronti: piano ambientale, piano antenne, dissesto idrogeologico, ascensore della Rocca, anello ciclabile, ma anche per quanto riguarda la stessa promozione dei Colli Euganei. Ben venga allora il rinnovo immediato dei vertici».

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