Smartwatch e lampade con il marchio contraffatto sequestro da mezzo milione

Mezzo milione di euro di prodotti elettrici ed elettronici, tutti con un marchio CE truffaldino. Erano trasportati da un tir-frigo proveniente dall’Ungheria, commerciati da un imprenditore orientale di Roma e destinati ad un collega padovano. I finanzieri del Comando provinciale di Padova li hanno intercettati proprio mentre il trasportatore li stava scaricando al Centro Ingrosso Cina di Corso Stati Uniti. È quindi scattato il sequestro – per un totale di 22 mila prodotti – e con esso anche la denuncia all’imprenditore capitolino.
A intercettare il carico di prodotti contraffatti è stata appunto, nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Padova. Le Fiamme gialle hanno notato, al Centro Ingrosso Cina, un autoarticolato attrezzato per il trasporto merci a temperatura controllata. La cella frigorifera era tuttavia spenta. È bastato un veloce esame al carico per scoprire l’illecito. All’interno non c’erano prodotti alimentari, bensì apparecchiatura elettrica ed elettronica: impianti hi-fi, altoparlanti, lampade di design, smart-watch, purificatori d’aria, bilance elettroniche. I primi colli erano di merce trasportata regolarmente, mentre qualche scatolone più in là c’erano i prodotti con marchio europeo truffaldino. Materiale, cioè, che esibiva il marchio CE pur senza rispondere ai requisiti di sicurezza e salute previsti dalle direttive europee. Materiale, dunque, potenzialmente dannoso anche alla salute.
I finanzieri hanno ricostruito il percorso della merce, venduta secondo il modello commerciale del “drop ship”, attraverso il quale un imprenditore cinese, in questo caso attivo a Roma, aveva ceduto i prodotti all’acquirente di Padova senza possederli materialmente nel proprio magazzino, ma facendoli giungere direttamente da una società ungherese. L’orientale di Roma è stato denunciato per frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e importazione di prodotti pericolosi. La merce è stata sequestrata: si parla di un valore di mezzo milione di euro. L’imprenditore di Padova che aveva acquistato la merce, un trentenne cinese, pare invece fosse in buonafede. —
n.c.
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