Smascherare le bugie: ecco il decalogo di un padovano

Lo psicologo Gennaro Romagnoli, specializzato in comunicazione interpersonale, ha stilato il decalogo della menzogna

PADOVA. Capita a tutti, più spesso di quanto si pensi. Ci troviamo di fronte ad una persona che non ci convince del tutto e ci chiediamo: mi starà dicendo la verità? L’argomento “bugie” è talmente popolare che, fra i vari comportamenti umani, è uno dei più studiati e più ricchi di evidenze scientifiche. Ad andare a ritroso si può citare la leggendaria «macchina della verità», che ha popolato la fantasia di romanzieri e sceneggiatori da sempre.

Gennaro Romagnoli, 36 anni, padovano, è psicologo specializzato in comunicazione interpersonale e autore del blog www.psicologianeurolinguistica.net: ha stilato un decalogo per aiutarci a smascherare chi racconta menzogne e chi, invece, è davvero sincero. «Svelare le bugie è una cosa difficile e spesso si utilizzano diversi colloqui e strumenti, come gli analizzatori del tono di voce. Tengo a precisare che i segnali che elencheremo sono “indizi” e non prove di una menzogna», spiega.

La voce. I segni risultati più affidabili dalla ricerca sono quelli legati alla voce, al tono e a tutte le sue dinamiche, nonché alle scelte linguistiche che le persone fanno in modo inconscio. Il tono di voce che diventa improvvisamente più acuto, ad esempio, può essere rivelatore di menzogne. O ancora: il volume può o abbassarsi o alzarsi di colpo. Nel primo caso è per "non farci sentire" nel secondo "è per difenderci".

Mancanza di dettagli. Quando si raccontano bugie si tende ad usare meno dettagli possibili, in modo da non essere poi costretti a ricordarli in un secondo momento.

Le pause. Chi mente fa un uso eccessivo di pause e tentennamenti. Questa è la parte più difficile da svelare perché anche chi dice il vero a volte si interrompe: in questo senso entra in gioco il grado di conoscenza della persona che abbiamo di fronte. Ma la vera differenza sta nei punti in cui sono poste le pause e in quelli in cui, spontaneamente, si tentenna. Le pause rivelano un’esagerata elaborazione cognitiva. Ad esempio se ad una persona molto preparata nel campo delle auto si chiede “di che anno questo veicolo” e questo impiega troppo a rispondere… Beh, è probabile che stia "macchinando qualcosa".

Distanziamento dall'imbroglio. Chi mente cerca di distanziarsi dalla bugia che sta dicendo attraverso l'uso di verbi impersonali e quindi raramente userà i verbi in prima persona singolare, evitando così di lasciar trapelare le proprie emozioni.

Informazioni banali. Il bugiardo sembra avere una memoria prodigiosa per le inezie, cioè per le informazioni superflue e banali. Tende a sottolineare queste informazioni per aumentare la propria credibilità. Le differenze individuali sono la chiave. In alcune persone i comportamenti sembrano più onesti ed in altre succede il contrario: dipende dal contesto e dalla personalità. Il segreto è fare una comparazione, osservando qual è il comportamento quando ti dice un’assoluta verità da quando ti racconta una fandonia.

Micro espressioni. Esistono delle differenze nelle micro espressioni del viso quando si mente. È molto difficile individuarle ma è possibile allenarsi a farlo. Le micro espressioni ci mostrano un’espressione emotiva universale (felicità, tristezza, rabbia, disgusto o disprezzo) che appare per un breve lasso di tempo (25 millisecondi). Ciò che si osserva è se c'è incoerenza fra l'espressione non verbale e quella verbale. Quando Bill Clinton è stato intervistato sull’affare Lewinsky e ha mentito, gli è spuntato in viso un mezzo sorriso, che era in contrasto con le parole che stava dicendo: «Non ho mai tradito mia moglie».

Punta sull'intuito. Esistono molte prove sull’affidabilità del proprio intuito. É più semplice rilevare le bugie attraverso un’ attenzione inconscia che non con quella conscia. Mentire è un lavoro duro: gli psicologi concordano nell’affermare che raccontare menzogne è uno dei compiti più impegnativi. Per cui, aumentare la pressione (proprio come nei film), aumenta la possibilità di smascherare il bugiardo.

Fai dire le cose a ritroso. Pare che far raccontare all’incontrario fatti e avvenimenti sia il modo migliore per smascherare una menzogna.

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