«Software antiplagio, il Bo si faccia il suo»

Software antiplagio sì, software antiplagio no: le tesi copiate sono un fenomeno dilagante e sempre esistito, tanto che alcuni atenei, per arginare il fenomeno, hanno acquistato degli appositi...

Software antiplagio sì, software antiplagio no: le tesi copiate sono un fenomeno dilagante e sempre esistito, tanto che alcuni atenei, per arginare il fenomeno, hanno acquistato degli appositi programmi, per testare la genuinità dei testi. A Padova se ne parla da tempo, e le ipotesi in campo sono due: o si compra il software da un’azienda esterna, o lo si fa in casa. Molti atenei hanno optato per la prima scelta, ma potrebbe non essere la migliore: il linguista padovano Michele Cortelazzo, già preside della facoltà di Lettere, ha scrupolosamente indagato nel suo blog i pro e i (molti) contro dello strumento “anti-copiatura”. A partire da un dato non tecnico, ma metodologico: «L’obiettivo» spiega «non è istituire un’operazione di polizia, ma avviare un’attività formativa che, prima di tutto, faccia capire agli studenti cosa sia un plagio». Nell’ottica del docente, la soluzione più adeguata è quella di un software progettato in casa, con una formula di verifica efficiente. Secondo le indiscrezioni, sarebbe anche già in procinto di realizzarne uno, in collaborazione con i colleghi di Matematica. (s.q.)

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